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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2011 alle ore 07:55.

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ROMA. Ritorno dell'imposta di bollo sulle transazioni finanziarie. Manutenzione ordinaria invece sulla tassazione dei fondi immobiliari. Un nuovo pacchetto di semplificazioni fiscali e la proroga a fine anno dell'approvazione degli studi di settore.

L'idea di reintrodurre il "fissato-bollato", parzialmente soppresso e modificato con la riforma Visco del '97 (Dlgs n. 435) e definitivamente cancellato dal nostro ordinamento tributario nel 2007 con il "milleproghe" di allora (Dl n. 248), è ancora presente tra le misure della manovra triennale che il governo si appresta a varare giovedì prossimo.
Salvo ripensamenti dell'ultima ora e aggiustamenti di tiro per risolvere alcuni aspetti tecnici (soprattutto legati alla compatibilità della misura con il mercato europeo) la tassa sulle transazioni si applicherà a tutti gli scambi che hanno ad oggetto strumenti finanziari conclusi nel territorio nazionale attraverso le banche o le imprese di investimento abilitate all'esercizio di questa attività.

La misura dell'imposta di bollo, almeno nelle ultime simulazioni effettuate dall'Economia, sarebbe fissata nello 0,05% e si dovrà applicare al valore della transazione al momento della conclusione delle operazioni. Si tratterebbe di circa un terzo dell'importo standard del vecchio fissato-bollato che era pari all'1,4 per mille, ovvero 140 per 10mila delle vecchie lire.

Criteri e modalità di applicazione saranno comunque disciplinati, secondo la stessa norma allo studio dell'Economia, da un successivo decreto attuativo di Via XX settembre. Sarà questo, senz'altro, il passaggio più delicato per il ritorno della tassa sulle transazioni, la cui soppressione in realtà fu festeggiata nelle piazze d'affari come il primo scudetto portato all'ombra del Vesuvio dal Pibe de oro. Nel dettare le regole, infatti, l'Economia dovrà necessariamente tener conto delle nuove tecnologie e quindi seguire - come per altro già accadeva fino al 2007 - le modalità di applicazione del bollo virtuale applicato da anni nelle transazioni di istituti e intermediari finanziari. La nuova tassa, inoltre, dovrà convivere con lo sviluppo del mercato unico e delle regole comunitarie che lo disciplinano come ad esempio la cosiddetta "direttiva Mifid".

Il tutto senza per altro introdurre penalizzazioni o complicazioni degli operatori italiani. Infatti, occorre ricordare che uno dei motivi che spinsero l'Esecutivo sia nel '97 che 10 anni dopo nel 2007 a cancellare la tassa sui contratti di borsa era proprio quello di scongiurare penalizzazioni degli operatori italiani chiamati a versare un'imposta di bollo a differenza dei loro concorrenti comunitari e internazionali che sulle operazioni di borsa non erano tenuti al pagamento di alcun tributo.

Le complicazioni, poi, potrebbero essere comunque dietro l'angolo. Il ritorno della tassa sulle transazioni obbligherà banche e intermediari a dover cambiare i loro programmi informatici. Questi ultimi, infatti, dovranno tenerne conto nel calcolo del capital gain, della nuova tassa che entrerà inevitabilmente nel calcolo determinare sia plusvalenze che minusvalenze.

Le semplificazioni degli adempimenti, infatti, restano comunque al primo posto nelle scelte del Governo.

Così dopo quelle del decreto sviluppo, su cui il Senato ha avviato questa settimana i lavori per l'approvazione definitiva entro il 12 luglio prossimo, arriva un nuovo pacchetto di interventi ad hoc. In primo luogo quello chiesto più volte dalle imprese sulla riduzione dal 10 al 4% della ritenuta sui bonifici effettuati da banche e poste per il pagamento dei lavori di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli edifici. Ci sarebbe poi una misura ad hoc per uniformare i limiti ai fini Iva alle nuove soglie di ingresso - fissate in 400 e 700mila euro dal decreto sviluppo - al regime di contabilità semplificata.

Meno oneri fiscal-amministrativi anche per gli ambulanti e i piccoli artigiani o commercianti. Questi contribuenti potranno dire addio alle fatture, spesso compilate a mano, limitandosi ad emettere ai clienti solo lo scontrino fiscale, rivisto e corretto. Infine slitta a fine anno l'approvazione degli studi di settore da applicare all'anno d'imposta 2011.

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