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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2011 alle ore 08:03.

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MILANO. Rinvio in extremis per l'accertamento esecutivo, che doveva debuttare domani e invece rimane in panchina fino al 1° ottobre; nelle indagini finanziarie, che si estendono alle società di assicurazione, i «prelevamenti» dai conti correnti cessano di essere qualificati presuntivamente come ricavi quando il contribuente non ne indica il beneficiario.

Sul fronte della riscossione, il calendario si allunga anche sulle comunicazioni di inesigibilità, che Equitalia avrebbe dovuto trasmettere agli enti creditori entro il 30 settembre e che invece vengono prorogate all'autunno 2012; il meccanismo dell'iscrizione a ruolo abbandona le quote latte, mentre un nuovo mini-aiuto viene inserito per chi non è del tutto in regola con i versamenti a rate dei debiti fiscali, ma non vede decadere la rateazione se il mancato pagamento non supera i 100 euro.

Le novità su controlli fiscali e riscossione emerse nell'ultima bozza di manovra circolata ieri portano qualche buona notizia ai contribuenti. La più attesa riguarda lo slittamento al 1° ottobre dell'accertamento esecutivo. Un rinvio che impone alle Entrate di correggere in corsa i propri software, ormai pronti per l'avvio del nuovo sistema sugli accertamenti relativi al 2007, ma che evita incertezze sulla concatenazione delle norme: l'accertamento esecutivo, infatti, sarebbe entrato in campo pochi giorni prima di subire il primo correttivo con l'allungamento della sospensiva da 120 a 180 giorni previsto dalla legge di conversione al Dl Sviluppo (va approvata entro il 12 luglio). I tempi supplementari, poi, offrono nuove chance alle categorie per tornare a chiedere correttivi sugli aspetti del meccanismo tutt'altro che perfetti agli occhi dei contribuenti, a partire dalla mancata introduzione del «silenzio-assenso» sulla richiesta di sospensiva.

Attesa, soprattutto dai professionisti, era anche l'uscita dalle presunzioni delle indagini finanziarie dei prelevamenti da conti correnti. Il meccanismo, previsto dall'articolo 32 del testo unico dell'accertamento (Dpr 600/1973), equiparava a ricavi i prelevamenti e gli «altri importi riscossi» di cui il contribuente non fosse in grado di indicare il destinatario. La previsione, nata in riferimento al reddito d'impresa (dove il prelevamento di risorse dai conti può essere funzionale all'acquisto di materie prime che poi "producono" nero), era stata estesa anche ai professionisti, ai quali creava più di un problema con l'obbligo di giustificare anche importi minimi. Ora i prelevamenti escono dall'orizzonte delle indagini finanziarie, dove però rimangono gli «altri importi riscossi» (per esempio per assegni o cambi di valuta: si veda anche la circolare 32/E/2006) che in effetti possono avere un ruolo nelle compravendite nascoste al Fisco.

I ritocchi sul versante fiscale prorogano di un anno i termini per le comunicazioni di Equitalia sui ruoli inesigibili, rinviando l'appuntamento con la «bandiera bianca» sui crediti che l'agente nazionale non è riuscito a riscuotere. Il rinvio, tradizionale a fine anno, aveva saltato l'appuntamento con l'ultimo «Milleproroghe», aumentando l'incertezza anche negli enti locali in attesa di una mole di comunicazioni. Un'ultima novità riguarda lo spesometro: i pagamenti con carte di credito e revolving rientrano nel monitoraggio, ma saranno gli intermediari (e non i venditori) a dover segnalare i dati all'amministrazione finanziaria.

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