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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2011 alle ore 08:10.

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«Abbiamo voluto dare il segnale che le parti sociali si sono prese la propria responsabilità, in un momento di difficoltà del paese». Emma Marcegaglia, in un'intervista al Tg1, torna sull'accordo firmato martedì sera su rappresentanza sindacale, validità erga omnes dei contratti, possibilità di "intese modificative" a livello di azienda rispetto ai contenuti del contratto nazionale.

Una dimostrazione che, mentre il mondo delle imprese chiede al governo di fare la propria parte su risanamento e crescita, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno svolto in autonomia il proprio ruolo, firmando il protocollo e mettendo le basi, unitariamente, per aumentare la produttività in azienda, luogo dove è possibile realizzare lo scambio più produttività-più salari.
È questo l'obiettivo finale dell'accordo firmato l'altro ieri, ha sottolienato la presidente di Confindustria. Che ha un'altra valenza politica: il rientro in partita della Cgil di Susanna Camusso, dopo la fase degli accordi separati. «È un vantaggio in primo luogo per la credibilità del paese: un segnale di coesione sociale e i mercati lo apprezzeranno», ha dichiarato, sempre al Tg1, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.

Le relazioni industriali, quindi, come uno dei tasselli per puntare ad una maggiore crescita e competitività del paese. Il governo si appresta a varare la manovra economica. «Va nella giusta direzione», ha detto la Marcegaglia in Tv. «È importante che nelle misure decise dal governo ci sia un taglio vero di spesa pubblica e tagli ai costi della politica», ha sottolineato la presidente di Confindustria. «Ma è anche importante che una parte della manovra si concentri su crescita, liberalizzazioni, infrastrutture e banda larga». È comunque un passaggio necessario «per dare un segnale all'Europa e ai mercati finanziari». L'Italia non è in pericolo, ha detto nei giorni scorsi la presidente degli industriali. Ma il rapporto tra Bund tedeschi e Btp italiani, arrivato lunedì al record di forbice, è la prova che le tensioni sui mercati restano. È una strada obbligata, quindi, arrivare al pareggio di bilancio nel 2014. Con le riforme a costo zero, che vanno dalle semplificazioni, alle liberalizzazioni, alla riforma del fisco, che, anche a parità di gettito, secondo la Marcegaglia deve ridurre le tasse su imprese e lavoratori.

L'accordo sulle relazioni industriali va nella direzione di aumentare la produttività: un elemento centrale per la competitività e la crescita, dal momento che oggi siamo 30 punti in meno rispetto alla Germania. E la possibilità delle intese modificative a livello di azienda stimolano la scelta di legare il salario a parametri di qualità, efficienza, redditività aziendale. Per questa parte di salario nell'accordo si chiede al governo di rendere strutturali o confermare gli sgravi fiscali e contributivi. Una richiesta che dovrebbe rientrare nella manovra. (N. P.)

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