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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2011 alle ore 12:16.

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Il deficit scende al 7,7% del Pil (-0,8%) nel primo trimestre. Entrate +3,8%Il deficit scende al 7,7% del Pil (-0,8%) nel primo trimestre. Entrate +3,8%

La Consob ha convocato per la prossima settimana le agenzie di rating Standard & Poor's e Moody's. Lo ha appreso l'ANSA interpellando il portavoce della Commissione di vigilanza sulla Borsa. Le convocazioni hanno ad oggetto la nota di oggi di S&P sulla manovra correttiva e la decisione di giovedì della settimana scorsa di Moody's di mettere sotto osservazione il rating di 16 banche italiane. In particolare, S&P dovrà chiarire la decisione di pubblicare la propria nota oggi, cioè prima che il testo definitivo del dl della manovra sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e alle ore 13, cioè a mercati aperti. La Consob ha anche interessato della questione la nuova super Consob europea, l'Esma, che dovrebbe affrontare la vicenda in una riunione a Parigi la prossima settimana.

La nota di S&P
Nonostante la manovra correttiva dei conti pubblici, «restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito principalmente a causa della debole crescita». Nel valutare l'efficacia della manovra di rientro approvata ieri sera dal Consiglio dei Ministri, S&P - che aveva già tagliato l'outlook sul nostro paese a maggio - sottolinea che «molte delle misure annunciate potrebbero indirettamente favorire la competitività del sistema Italia», come ad esempio i tagli decisi per le pensioni d'oro del settore pubblico e la prevista razionalizzazione del complesso sistema di deduzioni fiscali in vigore nel Paese. Anche l'intenzione di anticipare di un anno, dal 2015 al 2014, l'agganciamento dell'età pensionabile alle speranze di vita, «ci convince ulteriormente che la spesa pensionistica futura legata all'andamento demografico per l'Italia sarà tra le più basse in Europa». Anche l'accordo raggiunto da Confindustria e i tre principali sindacati nazionali su contratti e rappresentanza, con la maggior enfasi attribuita alla decentralizzazione dei negoziati salariali, viene considerato da S&P «un passo importante a favore della flessibilità salariale».

Nondimeno, aggiunge l'agenzia, «alla luce del debole tasso di crescita italiano (-0,9% il pil pro capite tra il 2005 e il 2011), riteniamo che saranno necessarie riforme micro e macroeconomiche ben più incisive per incentivare gli investimenti privati e adeguare i livelli salariali alla produttività». Senza misure di questa portata, l'Italia «non riuscirà a realizzare il suo potenziale economico». La ricchezza prodotta dal Paese, quindi, non sarà sufficiente «a dare il via a cali significativi nel rapporto fra debito e pil», che ha toccato il 119% a fine 2010. Per questo, S&P «conferma che esiste una possibilità all'incirca di uno a tre che i rating sul debito italiano possano essere abbassati nei prossimi 24 mesi, come testimoniato dall'outlook negativo sul rating». Sulla manovra in sé, continua il comunicato, "riteniamo che i piani di austerità più recenti siano generalmente credibili, in particolare tutte quelle misure che puntano a ridurre la spesa per stipendi nel settore pubblico e per le pensioni". Il Governo tuttavia, "potrebbe essere troppo ottimista circa gli effetti della lotta all'evasione.

Migliorano i conti pubblici italiani nel primo trimestre del 2011
L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è sceso infatti al 7,7% dall'8,5% del 2010, come rilevanoi dati grezzi dell'Istat. Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo e pari a 13.109 milioni di euro, oltre 3 miliardi meno del primo trimestre 2010 (-16.498 milioni). Il risultato deriva da una accelerazione delle entrate totali cresciute del 3,8% su base annua (soprattutto grazie al rialzo delle imposte in conto capitale) con una incidenza sul Pil salita al 40,6% rispetto al 40,2% del corrispondente trimestre del 2010. Le sole entrate correnti sono aumentate del 3,4%, grazie alle imposte dirette (+4,9%), imposte indirette (+3,6%), contributi sociali (+1%) e altre entrate correnti (+6,2%). Le entrate in conto capitale hanno registrato una crescita tendenziale del 62,1% dovuta soprattutto ai versamenti una tantum relativi all'imposta sostitutiva delle imposte ipotecarie e catastali. Le uscite totali sono invece aumentate dell'1,9% (un tasso superiore a quello registrato nel corso dei vari trimestri del 2010) e la loro incidenza sul Pil si è ridotta di 0,4 punti percentuali al 48,3% contro 48,7% del primo trimestre del 2010.

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