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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
Un taglio da 25 milioni di euro. È il primo intervento sul contenimento dei costi che dovrà fare la nuova giunta di Milano per far quadrare il bilancio dopo l'allarme sui conti lanciato dal sindaco Giuliano Pisapia nei giorni scorsi: la gestione di Letizia Moratti avrebbe lasciato in eredità un buco potenziale di 186 milioni di euro.
Ieri a Palazzo Marino l'assessore al Bilancio Bruno Tabacci ha incontrato uno a uno gli altri assessori alla presenza del direttore generale Davide Corritore. È stato deciso di prevedere una manovra da 25 milioni di euro che si aggiungerà a quella da 28 milioni già prevista dalla giunta precedente. Gli interventi specifici per raggiungere tale obiettivo, però, saranno decisi anche alla luce delle proposte dei singoli assessori che dovranno formulare delle ipotesi entro lunedì prossimo. Se non si riuscisse a trovare la quadra, l'alternativa da percorrere sarebbe un aumento delle tasse a carico dei cittadini.
Peraltro questo primo provvedimento potrebbe essere solo un assaggio di ulteriori tagli in quanto entro fine anno si dovrebbe arrivare a recuperare i 186 milioni per coprire il buco denunciato da Pisapia e una situazione finanziaria viziata dal fatto che le spese correnti al momento sono coperte con entrate straordinarie. Le ulteriori manovre correttive, comunque, sono collegate anche all'esito della vendita della quota del 18,6 della società autostradale Serravalle detenuta dal Comune. Un'operazione su cui Tabacci nutre dei dubbi perché ritiene la quota poco appetibile dal mercato tanto che ha proposto alla Provincia di Milano, altro ente con difficoltà di bilancio, la costituzione di una newco in modo da valorizzare al meglio le rispettive quote.
Sul fronte milanese, ieri si è consumata la seconda giornata di visita del segretario generale del Bie. vicente Loscertales ha affermato che quella italiana si sta dimostrando un'esposizione universale più complicata di altre. Tra le cause c'è il fatto che «il Governo italiano, a differenza di quanto avviene di solito, non ha una posizione di maggioranza assoluta nella società di gestione Expo 2015 Spa, dove è presente con il 40 per cento». Questo se da una parte è garanzia di ampia collegialità, dall'altra porta con sé la possibilità, che in Italia si è puntualmente verificata, di una maggior conflittualità. «Shanghai – ha proseguito Loscertales – da questo punto di vista è un esempio positivo perché l'esposizione universale ha costituito un elemento di interesse per il Governo, che ci ha puntato molto e si è occupato direttamente di diversi aspetti».
Il segretario generale, inoltre, ha ribadito la sua preoccupazione per il tetto del 4% previsto per le spese di gestione di Expo 2015 Spa sul totale del budget a disposizione, altra norma introdotta dal Governo. «Una limitazione pericolosa, su questo aspetto serve un'azione rapida e anche per quanto riguarda i poteri dell'amministratore delegato». Per parlare anche di questi temi, oltre che della dimensione internazionale della manifestazione e dei rapporti con i paesi partecipanti, a settembre Loscertales volerà a Roma.
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