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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 06:41.

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ROMA
Concorrenza ancora immatura, che frena i vantaggi del libero mercato dell'energia lasciando spazio a troppi tranelli: i cambi di contratto ingannevoli, ad esempio. Ed ecco il perverso gioco italiano che ostacola quello che è insieme un obbligo e un'opportunità: il potenziamento delle infrastrutture energetiche che ci integrano e ci uniscono ai grandi mercati internazionali (i gasdotti, i rigassificatori, le linee elettriche transfrontaliere). Prendiamo il metano, fonte egemone in Italia e in ulteriore rivalutazione in Europa dopo il dietro front sul nucleare causato dal disastro giapponese: se l'Italia non si doterà alla svelta delle nuove infrastrutture «sarà condannata a diventare una provincia del gas e non un paese-snodo che assume un ruolo cruciale nel nuovo contesto sovranazionale».
Provincia povera e sguarnita o lucroso manovratore continentale dell'energia. Ecco il bivio, ammonisce Guido Bortoni, da cinque mesi presidente dell'Authority per l'energia, nel passaggio cruciale della sua prima relazione annuale svolta nel palazzo di Montecitorio dinanzi alle più alte cariche dello Stato. Relazione comprensibilmente proiettata più sulle strategie future che sul bilancio consegnato dall'apprezzato predecessore Alessandro Ortis.
Futuro all'insegna del bivio, insiste Bortoni. Poco preoccupato, per l'immediato, delle incognite che pesano sui mercati degli idrocarburi: l'interruzione dei flussi con la Libia, particolarmente pesante per il nostro paese, è stata ben compensata grazie ad uno scenario che sconta una richiesta ancora depressa dall'onda della crisi globale, anche se questa si va fortunatamente riassorbendo riportando in positivo la domanda.
A maggior ragione «gli investimenti in capacità di stoccaggio, in nuovi rigassificatori o in gasdotti di collegamento con i paesi produttori, sono elementi fondamentali per poter far acquistare all'Italia il ruolo di hub europeo del gas» incalza Bortoni rilanciando uno dei temi forti della presidenza Ortis. «Queste infrastrutture – precisa Bortoni – devono essere quindi pensate, gestite e regolate non più solo in un'ottica di garanzia della sicurezza degli approvvigionamenti nazionali, ma in funzione delle opportunità di ottimizzazione dei flussi di gas a livello europeo, da promuovere anche attraverso un pieno accesso alle infrastrutture di collegamento tra i diversi mercati».
Ecco perché il nuovo «orizzonte di riferimento del regolatore non può che essere comunitario». Specie – spiega il presidente dell'Authority – nel mercato del gas naturale, alimentato da una produzione «perlopiù concentrata in paesi terzi extra-Ue, caratterizzati da monopoli sovrani (controllati dagli stati) e lontani dai luoghi di consumo». In questo contesto «le scelte di investimento finiscono per avere una dimensione sovranazionale, ed è in tale ottica che devono essere valutate e regolate in coerenza con i recenti orientamenti europei in tema di infrastrutture».
Autorità da "internazionalizzare" in vista di una «Bce dell'energia» azzardano Bortoni e i cinque commissari dell'Authority (Alberto Biancardi, Luigi Carbone, Rocco Colicchio e Valeria Termini) conversando con i giornalisti. Ma allo stesso tempo qui da noi l'Autorità vuole «proseguire nella regolazione incentivante degli investimenti in infrastrutture con remunerazione regolata – fa sapere Bortoni – valutando la possibilità di estendere anche alla rete di trasporto del gas l'incentivo al rispetto delle tempistiche di realizzazione già introdotto con successo per la rete di trasmissione dell'energia elettrica».
E men che mai sarà attenuata l'attenzione dell'Authority – promette Bortoni – sulle incertezze che ancora affliggono il nostro scenario interno. Nel quale – rimarca Bortoni – «è da tempo presente una patologia più deleteria di altre per lo sviluppo e la credibilità della concorrenza: quella dell'attivazione di contratti di vendita non richiesti». Fenomeno «particolarmente odioso perché più di altri contiene un esplicito elemento di malafede e di fraudolenza che rende il consumatore diffidente nei confronti del mercato libero e delle imprese che vi operano» aggiunge Bortoni facendo appello alla collaborazione degli operatori perché insieme alle associazioni dei consumatori «si possa giungere a risanare il mercato da questa patologia, che altrimenti saremo costretti ad affrontare, da soli, con gli altri mezzi a disposizione». Il capo dell'Enel Fulvio Conti promette in diretta una «disciplina ferrea» per «colpire gli agenti che non si comportano bene», mentre il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia garantisce: il Governo si impegnerà al fianco dell'Authority per una «lotta dura» a queste pratiche.
Ma intanto – ammonisce Bortoni – occorre mantenere «specifiche forme di tutela» per i clienti domestici, con la possibilità di rientrare dal mercato libero a quello tutelato, sia per l'elettricità (dove questa possibilità già esiste) sia per il gas «fino a che non si sia sviluppato un adeguato grado di concorrenza nella vendita. Ci penserà l'Authority annuncia il presidente – con «nuove metodologie di tutela nel gas già a partire dall'anno termico con avvio al primo ottobre 2012».
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