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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 06:41.

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ROMA
Il clima da crociata per il web libero non si esaurirà nemmeno con il nuovo provvedimento dell'Authority per le comunicazioni. È questo forse il dato più evidente dopo che l'Agcom ha approvato lo schema di regolamento per il diritto d'autore su Internet correggendo alcuni dei punti criticati della delibera che risale allo scorso dicembre e sulla quale si era aperta una consultazione con 55 soggetti.
Anche il nuovo testo sarà sottoposto a un consultazione pubblica, della durata di 60 giorni. Resta il contestato sistema del "notice and take down" per la rimozione di contenuti online (musica, video, articoli di giornali eccetera) che violano il copyright, anche se parzialmente mitigato da tempi di intervento più lunghi. Si puntualizza poi che la procedura dinanzi all'Authority sarà alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria: si bloccherà in caso di ricorso al giudice di una delle parti. La rimozione, sulla base del principio del "fair use", non riguarderà i siti non aventi finalità commerciali, l'esercizio del diritto di cronaca, la riproduzione parziale di un'opera che non ne danneggi la valorizzazione commerciale. Salvi dunque i blog, i video amatoriali, le applicazioni peer to peer degli utenti finali. In caso di upload (ad esempio quando un utente carica un video su Youtube) l'uploader riceverà un preavviso e potrà avviare la procedura di contronotifica. Mano più leggera anche per quanto riguarda i siti esteri. L'Agcom potrà richiedere la rimozione dei contenuti destinati al pubblico italiano in violazione del diritto d'autore, ed eventualmente inoltrare una segnalazione alla magistratura, ma non è più prevista l'inibizione del nome del dominio e del l'indirizzo Ip.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i siti italiani, si procederà in due fasi. Nel caso di contenuto in violazione del copyright, il gestore del sito può rimuoverlo entro 4 giorni. In alternativa, dopo un contraddittorio di 10 giorni, l'Authority potrà impartire nei successivi 20 giorni (prorogabili di altri 15) un ordine di rimozione selettiva. Nel provvedimento, è stata inserita anche una parte relativa alle misure per favorire l'offerta legale, ad esempio riducendo le finestre tra la programmazione dei film nelle sale e l'uscita del dvd (gli esperti fanno notare che più ampio è l'intervallo maggiore è la diffusione di copie pirata).
Lo schema di regolamento è passato non senza nuove polemiche. Il commissario Nicola D'Angelo, che si era dimesso da relatore del provvedimento, ha votato no, Michele Lauria si è astenuto. Lo scontro, tra filosofie contrapposte, non può dirsi concluso e si è ancora lontani da un equilibrio condiviso tra remunerazione dell'autore, libertà di espressione, accesso dei cittadini alla cultura e a Internet. Per il movimento della rete, che ha animato la notte del web anti-censura, resta difficile accettare l'intervento di un'autorità amministrativa in un campo per il quale dovrebbero bastare la legislazione del Parlamento e le funzioni della magistratura. Per Corrado Calabrò, presidente dell'Agcom, il nuovo testo elimina «però ambiguità e possibili criticità, fugando qualsiasi dubbio sul rapporto tra l'intervento amministrativo e i preminenti poteri dell'Autorità giudiziaria».
Positivo il giudizio della Fieg, la federazione editori, che parla di soluzione «equilibrata e trasparente. I timori della vigilia e le polemiche spesso strumentali sembrano fugati». «La delibera Agcom – commenta invece il responsabile Ict del Partito democratico, Paolo Gentiloni – contiene alcune correzioni di rotta, ma non ancora il necessario punto di equilibrio tra tutela delle opere dell'ingegno e diritti di libertà della Rete» . Anche il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, mostra cautela: «Ci sono aspetti molto positivi nel regolamento appena approvato, ma ritengo che meriti un approfondimento il complesso meccanismo individuato per indurre la rimozione dei contenuti coperti da diritto d'autore».
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