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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 12:42.


OXFORD – Le banche centrali stanno fissando i target di liquidità, e non solo quelli di inflazione. Il boom creditizio del decennio passato ha reso palese quanto fosse inadeguato concentrarsi esclusivamente sui prezzi, e quanto fosse necessario un controllo del settore finanziario da parte dell’autorità monetaria di un singolo paese (o di un gruppo di paesi nel caso della Banca centrale europea e dell’Eurozona). Regolamentazione macroprudenziale è il nuovo termine tecnico in voga tra i banchieri centrali, che sostituisce i consolidati regimi di inflation targeting.

Questo cambiamento potrebbe modificare radicalmente la politica monetaria, ma in meglio o in peggio? Con tutta probabilità la Banca d’Inghilterra (BoE) spalancherà le porte a questa transizione, ma anche la Bce e il board della Federal Reserve americana stanno valutando la possibilità di adottare una regolamentazione finanziaria più complessa. In effetti, l’European Systemic Risk Board della Bce riveste una funzione simile alla nuova Financial Policy Committee (FPC) del Regno Unito.

Al termine di una recente discussione con Andy Haldane, responsabile della stabilità finanziaria per la Banca d’Inghilterra, e con un membro della FPC, ho rivolto questa domanda: cosa succede se l’inflazione è alta e i livelli di prestito bassi? Se si profilasse questo scenario, la Monetary Policy Committee (MPC) della Banca d’Inghilterra spingerebbe per un incremento dei tassi di interesse, mentre la FPC vorrebbe allentare le condizioni monetarie.

Sto ancora riflettendo sulla domanda posta a Haldane, dal momento che la potenzialità che tali imperativi politici siano in contrasto sembra inevitabile – ora come non mai.

Lo scorso decennio, fino al crack della Lehmann Brothers nel settembre 2008, fu definito Grande Moderazione, ossia un periodo di bassa inflazione e forte crescita che rifletteva nuovi importanti sviluppi, come l’integrazione globale dei mercati emergenti e l’adozione dei regimi di inflation targeting da parte delle banche centrali durante gli anni 90. Nel Regno Unito, la Banca d’Inghilterra divenne indipendente nel 1997 e mantenne un target di inflazione annua pari al 2%.

La stabilità dei prezzi durante gli anni 2000 spiegava i bassi tassi di interesse che sostenevano una forte crescita. Ma significava altresì che il boom creditizio su scala internazionale non veniva in alcun modo monitorato, provocando il fallimento più spettacolare dei nostri tempi, incluso il quasi collasso del sistema bancario.

Tra i cambiamenti istituzionali messi in atto dal Regno Unito nel 1997 si annovera il trasferimento della regolamentazione finanziaria nelle mani della Financial Services Authority (FSA), ossia di un organo indipendente del Regno Unito teso a vigilare sui mercati finanziari. L’FSA sarà presto sostituita dalla FPC, così da evitare possibili vuoti di potere. La FPC ora fa parte della Banca d’Inghilterra, il che significa garantire un maggiore focus sul settore finanziario da parte della politica monetaria.

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