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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2011 alle ore 06:39.

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Ricerca industriale, le perle d'ItaliaRicerca industriale, le perle d'Italia

Non è poi così vero che università e imprese non sono collegate e non lavorano insieme. E non è vero che le competenze nei vari settori industriali siano concentrate tutte in un'area d'Italia, magari nelle regioni con il Pil più elevato: in realtà sono distribuite abbastanza equamente su tutto il territorio nazionale. Sono due sorprese che emergono semplicemente osservando la «Mappa delle competenze delle imprese in Ricerca e Innovazione» messa a punto da Confindustria.

La mappa, che conta 700 eccellenze ed è in continuo aggiornamento, si propone come uno strumento di lavoro che permette per la prima volta di avere un quadro chiaro della ricerca industriale in Italia, individuando anche le aree tematiche e geografiche in cui si concentra la ricerca stessa. Si tratta di un censimento in fieri, che le imprese o gli enti pubblici possono completare qualora si accorgano che ci sono dei "buchi".

La mappa risponde anche alle esigenze illustrate dalla Ue nel documento «Europa 2020», in cui sono emerse tre esigenze: innanzitutto, non si deve parlare solo di ricerca, ma anche di innovazione, cioè della parte applicativa della ricerca; in secondo luogo, va riscoperto il ruolo centrale delle imprese; infine, se si vogliono valutare ricerca e innovazione di un Paese ci vogliono dati che non siano relativi solo agli investimenti.

La mappa di Confindustria risponde dunque a una domanda ben precisa, serve alle aziende che fanno innovazione e anche agli enti pubblici, mostra come i distretti italiani siano spesso ad alta tecnologia. Il censimento non parte dall'elenco delle imprese tout court, ma prende in considerazione le imprese che hanno fatto veramente attività di ricerca e di innovazione, in 11 settori: biotecnologie, nanotecnologie, meccatronica, farmaceutica, nautica, alimentare, energie rinnovabili, aerospaziale, chimica, logistica e tessile-moda.

Il biotech conta 746 aziende, concentrate perlopiù nel Nord-Ovest, in Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, ma con una buona presenza anche in Sicilia e nel Nord-Est. Può contare su nove ditretti tecnologici – tra quelli privati e quelli istituiti direttamente dal ministero dell'Università – distribuiti su sette regioni, tra cui la Puglia e la Sardegna. Sono invece 225 le aziende del comparto che hanno progetti di Ricerca e sviluppo.
Il farmaceutico conta 330 aziende, dislocate soprattutto lungo la dorsale tirrenica fino alla Campania, di cui 65 con progetti di R&S. Ma conta un solo distretto: quello della biomedicina e delle tecnologie per la salute in Sardegna.

Sono invece 880 le aziende della nautica mappate da Confindustria, di cui 56 hanno in corso progetti di R&S, e ben 10 i distretti tecnologici cui possono fare riferimento: quattro in Liguria tra Genova e La Spezia, tre in Sicilia e uno ciascuno in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Campania.
Molto consistente l'alimentare, che conta 14.878 aziende con Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Campania in primo piano, ma anche Veneto, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia importanti protagoniste. Di queste imprese 384 hanno progetti di R&S. Sei i distretti tecnologici di riferimento tra Lombardia, Abruzzo, Molise, Puglia e Sicilia.

Nella chimica, concentrata soprattutto nel Nord, ma con una forte presenza anche al Centro-Sud, sono censite 5.137 aziende (195 hanno progetti di ricerca), mentre due sono i distretti tecnologici di riferimento: uno nel Lazio (bioscienze) e l'altro in Sardegna (biomedicina e tecnologia della salute).

Il tessile-moda conta 19.426 aziende, concentrate soprattutto nel Nord più Toscana e Campania, di cui 195 hanno progetti di ricerca e sviluppo.
Se la meccatronica, con 757 aziende e 30 progetti di R&S, vanta cinque distretti tecnologici e interessa soprattutto Veneto, Emilia- Romagna, Umbria e Sicilia, le nanotecnologie, per le quali le regioni di punta sono Lombardia, Lazio e Campania, conta 50 aziende e 50 progetti, ma anche sette distretti tecnologici, di cui tre nel Mezzogiorno (Puglia, Campania e l'Etna Valley in Sicilia).

Una distribuzione uniforme su tutto il territorio nazionale registrano anche i centri di ricerca al servizio delle imprese: in base agli ultimi dati disponibili (relativi al 2008) sono in tutto 204, di cui 29 privati, 46 pubblici, 88 legati a università, 19 centri per l'innovazione e il trasferimento tecnologico e 22 Parchi scientifici e tecnologici.

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