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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 10:12.

Il Pil segna il passo: per il Centro studi di Confindustria, in Congiuntura Flash, «la crescita sarà quasi nulla nel terzo trimestre, dopo che nel secondo si è avuto un aumento dell'1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del Pil».
L'associazione di viale dell'Astronomia spiega che in particolare si profilano «debolezza della domanda interna, minor forza di quella estera, rispercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali e stretta sui conti pubblici».
Per l'Italia, quindi, «gli indicatori puntano a una nuova e prolungata fase di variazioni del Pil che saranno molto difficilmente superiori all'1% annuo».
A maggio le esportazioni italiane sono rimaste ferme: +0,1% in valore su aprile, dopo il +5,4% messo a segno a dicembre ad aprile (dati destagionalizzati). Rispetto ai mesi precedenti, le vendite nei mercati extra-UE sono arretrate (-1,0%) e quelle verso l'UE sono salite (+1,0%).
L'export è aumentato dall'inizio della ripresa a un ritmo mensile superiore a quello tedesco: +1,6% contro +1,5%.
Tuttavia, resta del 4,0% sotto il picco pre-recessione (aprile 2008), mentre le esportazioni tedesche in maggio erano del 7,7% sopra il massimo precedente la crisi. La maggiore durata della caduta (minimo toccato nell'agosto 2009; in Germania nel maggio 2009) e la sua superiore intensità (-31,9% contro il -24,9% tedesco) spiegano il ritardo nella chiusura del gap. Non solo ma «le prospettive sono negative per i prossimi mesi. Il saldo dei giudizi delle imprese manifatturiere italiane sugli ordini dall'estero è in netta flessione: -17,4 in giugno, da -10,1 in aprile. Tendenza analoga, ma molto meno accentuata, denunciano le opinioni espresse dalle imprese tedesche: saldo a +10,3 in giugno, da +13,1 in aprile».
Il mercato del lavoro in Italia rimane debole: per Confindustria, «a maggio il tasso di disoccupazione è salito all'8,1% (+0,1 su aprile) e al 28,9% (+0,4) tra i giovani sotto i 25 anni» mentre le richieste di autorizzazione di CIG a giugno sono diminuite del 20,1% su maggio, più del doppio di quanto spiegato da fattori stagionali. Tuttavia, il bacino di lavoro assorbito dalla CIG sfiora le 340mila unità, livelli analoghi a quelli dell'autunno 2010. Il ricorso a questo ammortizzatore è particolarmente ampio nei settori dove la produzione è ferma molto al di sotto dei livelli pre-recessione.
A giugno la percentuale di imprese che si attendeva una riduzione del numero di addetti nei successivi tre mesi (17,5%) è tornata a essere superiore a quella di quante prevedevano un incremento (16,0%): un deterioramento che ricalca quello delle previsioni delle aziende sulle condizioni economiche in cui operano.
Quanto alla domanda interna italiana, essa «ristagna. Le condizioni per gli investimenti, valutate dagli imprenditori - continua Confindustria - sono peggiorate nel secondo trimestre: il saldo dei giudizi è sceso a -11,3 a fine giugno dal -9,0 di fine marzo. Appaiono meno favorevoli anche le valutazioni delle imprese sulle condizioni economiche generali nei mesi estivi.
Perciò diventano più incerti i piani di acquisto di macchinari e attrezzature. I consumi risentono delle difficoltà occupazionali e della dinamica dei prezzi al consumo: vendite al dettaglio e immatricolazioni di auto hanno un profilo piatto».
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