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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 10:56.

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Il punto di partenza, senza il quale manca l'autorevolezza per imporre qualsivoglia sacrificio, non può che essere il taglio dei costi della politica, da effettuare non tanto nella logica di quanto si prende, ma di quanti sono a prendere. Inoltre, deve essere previsto che in nessun caso, ad ogni rinegoziazione contrattuale, le remunerazioni del pubblico impiego possano crescere in misura superiore alla crescita delle remunerazioni nel settore privato.

Quando avremo finalmente ripristinato la regola basilare per cui, chi è interessato in primo luogo all'aspetto economico della funzione che svolge, è nell'iniziativa economica privata che deve cercare il raggiungimento delle proprie priorità, sarà possibile pensare ad un Paese che veda davvero nella crescita la priorità.

L'azione da condurre in parallelo sarà quella di rendere sempre più efficiente la giustizia civile, per la sicurezza delle transazioni economiche, la giustizia penale, per impedire che corruzione e concussione vanifichino l'azione condotta sul riequilibrio tra convenienza del pubblico e convenienza del privato, nonché la giustizia tributaria, per poter continuare a inasprire la lotta all'evasione fiscale nella serenità di costruire un sistema di contrasto che sia efficiente, non feroce. Ecco allora che potranno essere messe in cantiere le altre riforme che servono al Paese, dal fisco, al mercato del lavoro ed alla previdenza, chiedendo i necessari sacrifici anche ha chi ha già maturato diritti che, non potendo essere maturati anche dalle nuove generazioni, devono necessariamente essere rimodulati per tutti e non soltanto per i nuovi venuti.

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