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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 15:28.

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Il blocco della produzione del Prosecco è «una scelta che fa bene all'agricoltura» secondo la Confederazione agricoltori del Veneto (Cia). E impedisce il crollo dei prezzi. Dopo la firma del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, dei due decreti con i quali si stabilisce che fino alla campagna 2013/2014 i vigneti della Doc Prosecco non potranno superare i 20mila ettari, di cui 16.500 ricadenti nel Veneto e 3.500 nel Friuli Venezia Giulia.

In base alle intese con la stessa Regione Friuli Venezia Giulia, quindi, raggiunto tale limite, l'iscrizione di vigneti di Glera da destinare alla Doc Prosecco è sospesa temporaneamente fino al 2014.

Una tappa, secondo Zaia, per «consolidare e proteggere a livello internazionale le potenzialità del Prosecco. Ora ci aspetta il compito di governare la denominazione, trovando il giusto equilibrio tra produzione e consumo, affinché il Prosecco continui il cammino di espansione a livello internazionale» assicurando nel contempo «la giusta remunerazione». L'obiettivo di conquistare i mercati indiano e cinese è, per Zaia, alla nostra portata.

Secondo l'assessore regionale all'agricoltura, Franco Manzato, «il controllo della produzione di Prosecco in funzione anti esuberi non solo giova al prodotto stesso, ma è anche garanzia di mantenimento della redditività di questa coltura vitivinicola». Poi l'assessore sottolinea che «il mondo del Prosecco riveste un'enorme importanza per la nostra economia agricola e ritengo quindi opportuno creare un tavolo di confronto periodico che coinvolga non soltanto il Consorzio di tutela Prosecco Doc, ma anche il Conegliano Valdobbiadene e il Colli Asolani, con finalità di controllo e monitoraggio delle esigenze di mercato».

Secondo i dati del Cirve (Centro interdipartimentale per la ricerca in viticoltura ed enologia di Conegliano) oggi gli ettari dedicati sono 17mila. Nel 2011 il Prosecco prodotto in Veneto e Friuli, nelle due tipologie Doc e Docg, verrà commercializzato in circa 280 milioni di bottiglie. E il prossimo anno potrebbe raggiungere i 350 milioni.

Per il presidente della Cia Veneto Daniele Toniolo «chiudere i rubinetti alla produzione di Prosecco, rappresenta molto di più di una manovra di economia agricola. Dicendo no agli esuberi e basta al cemento la riforma agraria messa in moto dall'assessore Manzato punta prima di tutto al recupero del territorio e alla sua gestione oculata». (E.Sc.)

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