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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2011 alle ore 17:19.

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BERKELEY – È davvero difficile ora parlare dell’economia politica americana. Nessuno sa se si dipanerà il nodo legato al tetto del debito; in caso positivo non è facile capire il modus operandi, in caso negativo non si conoscono le possibili conseguenze.

Se entro il 3 agosto non si raggiungerà ad un accordo sull’innalzamento del tetto di indebitamento governativo, i tassi di interesse sui buoni del Tesoro americano potrebbero schizzare alle stelle, o potrebbero rimanere invariati, solo nel caso in cui gli investitori preferiranno occuparsi di altri problemi. Altrimenti, la Federal Reserve americana oppure la People’s Bank of China (Pbc), oppure entrambi – o qualche altro organismo – potrebbero sostenere il mercato. Si potrebbe verificare anche un aumento dei tassi di interesse legato alle attese per un’economia globale nettamente più debole – e in un’economia globale più debole e senza inflazione, gli investitori dovrebbero detenere più titoli di stato americani, e non il contrario.

Francamente, nessuno sa quale accordo legislativo sarà raggiunto per innalzare il tetto del debito. Sappiamo solo che si tratta di un accordo che potrebbe implicare tagli sulla spesa nell’immediato futuro, e ciò si tradurrebbe in un indebolimento della crescita e in un aumento della disoccupazione nei prossimi 18 mesi. E possiamo dare quasi per certo che verrà annullato e sostituito da un altro accordo entro gennaio 2013, da un rieletto Presidente Barack Obama o da un nuovo presidente repubblicano.

Detto questo, invece di parlare di tetto al debito americano, dovremmo pensare a tutte quelle cose che potrebbero essere fatte su altri fronti da parte del governo negli ultimi sei mesi e che invece a causa dell’impasse non sono state svolte – in particolare politiche utili che avrebbero potuto essere discusse ed emanate, e che non sono state prese in considerazione.

I rischi imposti dal surriscaldamento globale, ad esempio, non sono svaniti. Prima il mondo inizierà a prepararsi per far fronte a queste minacce, meglio sarà per tutti. Non si possono perdere altri sei mesi.

Il rapporto occupazione-popolazione negli Usa resta piatto – impantanato ai bassissimi livelli in cui è caduto durante la recessione. Con le famiglie che cercano disperatamente di risanare i propri bilanci, e con gli investimenti di capitale incredibilmente in salute, le uniche possibilità di incentivare la spesa per far ripartire l’utilizzo della capacità produttiva e riportare la disoccupazione a livelli normali sono date dalle esportazioni, dagli acquisti da parte del governo e dagli investimenti nel settore edilizio. Ma le opportunità per perseguire le dovute politiche non sono state colte. Anche in questo caso non si possono perdere altri sei mesi.

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