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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2011 alle ore 06:39.

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Stati generali per l'exportStati generali per l'export

È dall'export che arrivano gli unici veri segnali di vitalità della nostra economia. Ma nel contempo il sistema italiano del commercio estero è chiamato a una profonda e rapida riorganizzazione all'indomani della soppressione dell'Ice. Non basta, perché alla ripresa dopo la pausa estiva si proverà a concordare con le imprese un piano per il sostegno all'internazionalizzazione. A ottobre, annuncia Catia Polidori, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega al settore, si riuniranno gli Stati generali. Ieri, al ministero, si sono insediati i sei tavoli di lavoro per preparare l'appuntamento di autunno. «Ascolteremo gli imprenditori – spiega il sottosegretario – suddivisi in gruppi di lavoro e competenze settoriali, sarà una sorta di "campus" che metterà a frutto le esperienze, le proposte e le idee innovative per un impegno comune a sostegno del made in Italy».

Sei i tavoli tematici, presieduti da altrettanti consiglieri per l'internazionalizzazione della Polidori: agroalimentare/artigianato, ambiente/energia/materie prime, arredo/sistema casa, automazione/meccanica/mobilità, abbigliamento/sistema persona, servizi. «Per la composizione dei tavoli – sottolinea il sottosegretario allo Sviluppo – ho lavorato insieme al consigliere personale per l'export del premier, Massimo Calearo Ciman. Nella due giorni finale di ottobre ascolteremo i risultati dei gruppi di lavoro e metteremo gli operatori faccia a faccia con chi costruisce le regole (Governo, Ue, Wto) e poi prenderemo decisioni concrete».

È il momento di fare dell'export un volano per cercare di uscire dalle secche della crisi. L'annuario dell'Istat, appena diffuso, offre sul tema un risultato dalla doppia lettura: nel 2010, nonostante le turbolenze dell'economia internazionale, le esportazioni italiane sono aumentate del 15,8% ma la nostra quota sul commercio mondiale è scesa dal 3,3 al 3 per cento. Insomma, ci sono da difendere le eccellenze del made in Italy per non perdere posizioni, anche con politiche più incisive rispetto a quanto fatto finora. «Ci stiamo dando da fare – replica Polidori – soprattutto per supportare le Pmi. Da settembre sarà operativo il portale www.madeinitaly.gov.it e successivamente semplificheremo adempimenti e passaggi burocratici con un solo "click" dal computer».

È pur vero che il sistema delle imprese sembra disorientato dalla norma della manovra che ha soppresso l'Ice dividendo rete e personale tra ministero degli Affari esteri e ministero dello Sviluppo economico. Si poteva forse sfruttare meglio la chance di una riorganizzazione attesa da anni, e il sottosegretario sembra concordare. «Sarebbe stato auspicabile – dice – avere un soggetto dinamico e operativo cui far svolgere le attività in occasione di fiere, eventi b2b, Expo, missioni di sistema. Credo tuttavia che quanto previsto dalla manovra rappresenti in realtà un primo passo per il riordino: stiamo lavorando per garantire efficacia anche in questa fase di riorganizzazione». Esigenza fortemente sentita dalle imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, che avevano puntato su eventi di promozione all'estero che, con l'improvvisa cancellazione dell'Ice, sono diventati a rischio o sono stati messi in archivio.

Anche su questo punto, il sottosegretario prova a tranquillizzare: «La situazione è sotto controllo, stiamo provvedendo a mantenere e a presidiare le posizioni e gli appuntamenti in cui il sistema Paese è chiamato a sostegno delle imprese». Compito al quale dovranno lavorare i funzionari ex Ice insieme ai ministeri coinvolti (Affari esteri, Sviluppo, Economia), a Confindustria, Abi ed Unioncamere nella neonata cabina di regia (si veda Il Sole 24 Ore del 30 luglio).

Ultima doverosa annotazione. Il riordino varato dal Governo non prevede il coinvolgimento delle Regioni nella cabina di regia, sebbene proprio le iniziative estemporanee dei governatori, spesso slegate da quelle del governo, abbiano rappresentato in questi anni un elemento di grande disordine. Polidori torna indietro nel tempo: «È un vulnus del sistema istituzionale italiano, uscito "schizofrenico" dalla riforma del Titolo V. Per questo le Regioni saranno parte degli Stati generali, per stabilire insieme un coordinamento».

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