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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2011 alle ore 06:40.

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Business e vela. È il binomio che da tempo caratterizza Ernesto Bertarelli, 45 anni, romano di nascita e cittadino svizzero. Ceduto nel 2006 alla tedesca Merck il gruppo biotecnologico ginevrino Serono, Bertarelli ha poi continuato ad essere presente nel settore delle scienze della salute. Quanto alla vela, ora non partecipa alla Coppa America, che ha vinto due volte con Alinghi, ma continua a regatare. Con Il Sole 24 Ore, Bertarelli fa il punto sia suoi investimenti, sia sulla vela.
Quali sono gli ambiti in cui sta investendo?
Il primo è Ares Life Sciences, una partnership tra investitori che opera esclusivamente per produrre valore aggiunto nel lungo periodo su aziende del settore biomedicale. Nel 2008 siamo entrati nell'azionariato di Euromedic International, società di servizi di analisi e di diagnostica leader in Europa. Lo scorso mese di marzo abbiamo acquisito la maggioranza di Stallergenes, società francese specializzata nel trattamento delle immunoterapie e delle gravi allergie respiratorie. Sono affettivamente legato all'Italia e a Roma, dove sono nato, e sono interessato al mercato italiano. Nel 2009, ad esempio, siamo entrati nel capitale di Esaote, l'azienda italiana leader europea nel campo degli ultrasuoni e della risonanza magnetica che commercializza i suoi prodotti in oltre 60 Paesi nel mondo.
Ares Life Sciences sta preparando nuove acquisizioni, in Italia o in altri Paesi?
Siamo sempre attivi nel monitoraggio dei nostri mercati di riferimento, per valutare eventuali nuove acquisizioni o partecipazioni in società con rilevanti potenzialità di sviluppo.
Quali sono gli altri settori in cui investe?
Nel finanziario operiamo con Northill Capital, una società di asset management fondata nel 2010. Sono inoltre impegnato nel Real Estate sia in Svizzera sia in Gran Bretagna. Inoltre c'è Kedge Capital, che svolge attività di private equity e di hedge fund. Una parte del mio tempo e di tutta la mia famiglia, infine, è dedicato alla Fondazione Bertarelli. Dopo la morte di mio padre abbiamo realmente capito che lui ci aveva lasciato in una posizione davvero fortunata. Con mia sorella Dona e mia madre abbiamo dunque dato vita alla Fondazione. Per quel che riguarda quest'ultima, vorrei ricordare la realizzazione della riserva marina alle isole Chagos nell'Oceano Indiano e la partnership che abbiamo supportato tra l'università di Harvard e l'Epfl di Losanna (École Polytechnique Fédérale de Lausanne, ndr).
Passando alla vela, quali sono gli impegni attuali?
Alinghi partecipa al circuito dei D35 (catamarani di 35 piedi di lunghezza, ndr) che si svolge sul Lago di Ginevra e da quest'anno anche in Mediterraneo. Sempre quest'anno abbiamo vinto il Bol d'Or (la più importante competizione sui laghi in Europa). Stiamo regatando inoltre nelle Extreme Sailing Series con il nostro Extreme 40. Questo circuito prevede nove eventi in quattro diversi continenti quest'anno. A settembre, tra l'altro, saremo a Trapani per la tappa italiana del circuito.
Qual è il suo giudizio su quest'ultima edizione di Coppa America?
Quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti, non sono io a dover esprimere un giudizio ma la comunità velica internazionale. Da parte mia posso ricordare che la Coppa America del 2007 a Valencia, quella universalmente riconosciuta come la migliore di sempre, ha visto in acqua 12 team dei quali almeno cinque erano autorevoli candidati alla vittoria finale (Team New Zealand, Oracle, Luna Rossa, Desafio e Alinghi). Mentre oggi si può già indovinare il risultato finale della prossima edizione che non lascia altro spazio che quello per il team americano che ha il controllo della competizione. Sono anche scettico circa l'interesse del pubblico americano per la vela, non riesco a credere che possa mancare una squadra italiana o quella inglese, conoscendo l'interesse di questi due Paesi per la vela. A Valencia nel 2007 avevamo raggiunto la quota di 6 milioni di visitatori, una audience televisiva complessiva di oltre 4 miliardi di spettatori e garantito a tutti i team una revenue share sui diritti della manifestazione proporzionale alla loro classifica finale.
C'è l'assenza di team italiani in questa edizione. Quali sono le ragioni?
In realtà manca Luna Rossa, l'unico team italiano che ha una sua storia, una tradizione e che ha vinto una LV Cup. Luna Rossa ha scelto, come noi, di partecipare al circuito degli Extreme 40, insieme ad altri team di alto livello. Per il resto sono sicuro che Patrizio Bertelli sia la persona più indicata per rispondere a questa domanda.
E Mascalzone Latino?
Mascalzone Latino ha la responsabilità storica di non aver rispettato il suo ruolo di rappresentante di tutti gli sfidanti e di avere lasciato gli americani (Oracle, ndr) liberi di scrivere le regole senza nessun controllo reale, per poi abbandonare la scena.
Lei esclude di impegnarsi ancora, in futuro, nella Coppa America?
Alinghi ha vinto due edizioni consecutive dell'America's Cup, nel 2003 e nel 2007, riportando la Coppa in Europa per la prima volta dopo 156 anni. Il nostro cammino sta proseguendo ora su altri campi di regata, sui quali tra l'altro ci divertiamo molto e otteniamo risultati importanti.
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