Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2011 alle ore 06:40.

My24


«Le moto sono oggetti che fanno sognare. Hanno colori e suoni diversi, hanno forme che rivelano l'ispirazione di chi le ha concepite. A volte queste creazioni sono autentici oggetti d'arte motoristica che trasformano il progettista in artista».
Sono parole di Claudio Castiglioni, 64 anni, industriale morto ieri mattina in ospedale a Varese per una forma tumorale che ha vinto anni di ricerche forsennate di una cura. Il funerale sarà domani alle 14 a Varese. Il gruppo Mv Agusta Motors passa al figlio Giovanni.
Claudio Castiglioni è stato uno dei geni del motociclismo italiano nel mondo. Qualche nome passato per le sue mani: Cagiva, Mv Agusta, Ducati, Morini, Husqvarna. Dalla sua capacità di "vedere oltre" sono arrivate vittorie sulle piste e sulle dune dei deserti, e sono nate motociclette diventate classici, come la Monster che nel '93 creò il segmento delle moto "nude" e che dopo due decenni è ancora un mulo che tira le vendite della Ducati.
Visionario e carismatico, dalla personalità vivacissima e acuta, generoso fino allo spreco, infaticabile, Castiglioni è arrivato troppo spesso in anticipo, lasciando a volte che altri raccogliessero i frutti delle sue intuizioni quando erano giunti a maturazione. Per questo Castiglioni è stato un imprenditore controverso, a volte in lotta con i conti economici e con esperienze finite male.
Sul filo della memoria. Dal '78, partendo dalla fabbrica del padre Giovanni(minuterie metalliche Castiglioni Giovanni Varese, CaGiVa), rilevò il vecchio stabilimento Aermacchi di Schiranna e costruì la casa motociclistica Cagiva. Simbolo, un elefantino. Moto di punta, la piccola Mito e una moto da fuoristrada "enduro" di nome Elefant che vinceva nella Parigi-Dakar.
Sul finire degli anni 80 cominciò il periodo delle acquisizioni di marchi pieni di gloria e vuoti di mercato. Case motociclistiche decotte. Ducati (rimasta nel gruppo fino al 1996), Moto Morini (sino al 1999), la svedese Husqvarna (ora Bmw), nel '92 Mv Agusta con la memoria delle vittorie di Giacomo Agostini (oggi non ancora superato nemmeno da Valentino Rossi).
Castiglioni, con i designer Massimo Tamburini e Miguel Galluzzi, risvegliò la Ducati che pareva morta. Le moto di allora sono ancora oggi oggetti di culto, come la Monster (ancora in produzione, aggiornata nelle linee) e come la Ducati 916.
La Mv Agusta, che prima di Castiglioni era finita, riscoprì la livrea rossa e argento e si presentò con i modelli F4 e Brutale, di bellezza senza pari e con tecnologie di raffinatezza invidiata ancora oggi.
La Mv Agusta ha una sua storia speciale: nata un secolo fa come Meccaniche Verghera all'interno del gruppo aeronautico Agusta, dagli anni 40 si concentrò nella produzione di motorette e poi di moto da gara, caratterizzate dalla livrea a due colori. Negli anni 60 e 70 era la moto che, cavalcata da Agostini, vinceva ogni gara.
Con la malese Proton tentò di rilanciare la Morini per farne un produttore massivo destinato ai mercati emergenti.
Se il business faticava, le coppe arrivavano in serie.
Un po' alla volta, Castiglioni chiuse o cedette tutte le attività proprio quando le vendite ripartivano e i listini si erano arricchiti di modelli appetiti in tutto il mondo. Addio anche alle Fonderie di Dongo, all'import di Harley Davidson (marchio poi riscoperto da Carlo Talamo), alla vetturetta da spiaggia Mini Moke e infine alla Mv Agusta (comprata dalla statunitense Harley Davidson) e all'azienda di famiglia, Cagiva.
Ma un anno fa la rivincita: nell'agosto scorso Castiglioni si ricomprava dalla Harley Davidson il gruppo Mv Agusta-Cagiva. E ne lasciava la conduzione al figlio Giovanni, appassionato del marchio.
Un cenno al domani del gruppo. Presentata l'anno passato, ecco in arrivo la Mv Agusta F3, con tre cilindri. Consolidato l'avvenire del marchio principale, Giovanni Castiglioni poi potrà dedicarsi a rafforzare la casa motociclistica di famiglia, la Cagiva, Castiglioni Giovanni Varese. Con il rimpianto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi