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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 07:49.

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LINDAU (Germania) - Una proposta corretta e utile, ma anche da verificare nella sua attuazione pratica perché possa dare i frutti promessi. I Nobel per l'Economia che si trovano a Lindau per il Meeting su economia e finanza analizzano la proposta di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio di creare gli EuroUnionBond. «Capisco i vantaggi ma pongo obiezioni. I tassi di interesse possono scendere grazie alla garanzia che sta dietro la vendita di questi titoli. Data l'esistenza del nodo del debito, la garanzia che viene data non dovrebbe mai essere usata. È un fatto di moral hazard (azzardo morale), come si dice nel linguaggio economico anglosassone. Una volta che esista questa garanzia i Paesi possono essere incoraggiati a generare ancora più debito», dice Roger B. Myerson, uno degli autori della teoria del Mechanism design per la quale è stato premiato nel 2007 a Stoccolma.

Myerson si trova a Lindau, sulla sponda tedesca del Lago di Costanza con altri diciassette Nobel per l'Economia e 500 ricercatori da tutto il mondo (compresi cinque italiani selezionati dalla Fondazione Cariplo): «Bisogna trovare un sistema che garantisca da questo rischio, va creato un obbligo credibile, che impedisca a ogni leader dei Paesi più deboli di approfittarne. Questa è l'obiezione più importante che potrebbe essere fatta dagli scettici: perché questa garanzia a costo zero non dovrebbe incoraggiare i politici ad aggiungere un ulteriore livello di debiti che renda quello iniziale impossibile da ripagare?».

La crisi del debito è entrata di prepotenza nelle stanze dove i Nobel fanno lezione e discutono di modelli e teorie. Il presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wulff, ha messo in dubbio la legittimità dell'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce. E un giovane economista greco gli ha subito ribattuto che il suo Paese ha già fatto abbastanza la propria parte.

Edward Prescott, premio Nobel per le ricerche in campo macroeconomico, ha annunciato che il default di almeno un Paese è quasi certo. Peter Diamond, premiato lo scorso anno per lo studio del mercato del lavoro, è sicuro che gli Stati Uniti non corrano questo rischio e che ci sia modo di pilotare anche le altre situazioni critiche. Cristopher Pissarides, Nobel di origine cipriota e professore alla London School of Economics, ha ammesso che senza un intervento rapido si rischia un effetto a catena che porterebbe all'insolvenza degli Stati.

Robert Aumann, matematico e uno dei massimi esperti mondiali della Teoria dei giochi, vincitore del premio Nobel nel 2005, uomo di pochi dubbi sulle cose in cui crede, sostiene gli EuroUnionBond, a patto che i soldi raccolti finanzino lo sviluppo. «Bisogna dare i soldi alla Grecia, ma non al Governo greco, bensì alle imprese», semplifica. Della proposta Prodi, insomma, sembra piacergli soprattutto la parte in cui prevede di destinare 700 miliardi «a grandi investimenti europei anche per unificare e far crescere imprese continentali nella energia, nelle telecomunicazioni, nei trasporti». E prosegue: «Continuare a sostenere la spesa pubblica corrente è improduttivo. Anche se io sono un teorico, e non un empirista. Ma per l'Europa è importante mantenere la credibilità dei propri titoli».

paolo.magliocco@videoscienza.com

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