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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2011 alle ore 17:00.

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Secondo, il perseguimento accanito del PNL al punto da escludere qualsiasi altro obiettivo è anch’esso un percorso che preclude il raggiungimento della felicità. Negli Stati Uniti il PNL è aumentato considerabilmente negli ultimi 40 anni, ma altrettanto no ha fatto la felicità. Invece, inseguire ottusamente il PNL ha portato a grandi disuguaglianze di ricchezza e di potere, alimentato l’espansione degli strati più bassi della società, intrappolato milioni di bambini in condizioni di povertà e causato un serio degrado ambientale.

Terzo, la felicità si raggiunge attraverso un approccio equilibrato alla vita sia da parte degli individui che delle società. In quanto individui, siamo infelici se ci vengono negati i nostri bisogni materiali primari, ma siamo anche infelici se nelle nostre priorità la ricerca di livelli di reddito sempre più alti prende il posto della famiglia, degli amici, della comunità, della compassione e dell’equilibrio interiore. Come società, una cosa è organizzare politiche economiche per mantenere costante il miglioramento degli standard di vita, un’altra è di subordinare tutti i valori della società in questione al raggiungimento del profitto.

Tuttavia la politica americana sta permettendo sempre di più agli interessi aziendali di dominare tutte le altre aspirazioni: onestà, fiducia, salute mentale e fisica, e sostenibilità ambientale. I contributi delle imprese alle campagne elettorali stanno minando il processo democratico, con il benestare della Corte Suprema americana.

Quarto, il capitalismo globale presenta molte minacce dirette alla felicità. Sta distruggendo l’ambiente naturale attraverso i cambiamenti climatici e altri tipi di inquinamento, mentre uno sfrenato afflusso di propaganda da parte dell’industria petrolifera riesce a mantenere molte perone all’oscuro di tutto ciò. Sta indebolendo la fiducia sociale e la stabilità mentale, con la diffusione della depressione clinica apparentemente in aumento. I mass media sono diventati canale di sbocco dei messaggi aziendali, molti dei quali sono apertamente anti-scientifici, e gli americani soffrono di una gamma crescente di dipendenze da consumo.

Si consideri come l’industria dei fast food usa oli, grassi, zucchero ed altri additivi alimentari per creare dipendenze malate al cibo che contribuisce all’obesità. Un terzo di tutti gli americani sono in questo momento obesi. Il resto del mondo finirà allo stesso modo a meno che i paesi pongano restrizioni alle pratiche aziendali pericolose, inclusa la pubblicità, rivolta ai bambini, di cibi dannosi alla salute e che creano dipendenza.

Il problema non è solamente il cibo. La pubblicità di massa contribuisce a generare molte altre dipendenze che implicano pesanti costi per la sanità pubblica, inclusi l’eccessiva esposizione televisiva, il gioco d’azzardo, l’uso di droghe, il consumo di sigarette, e l’alcolismo.

Quinto, per promuovere la felicità, dovremmo identificare i numerosi fattori diversi dal PNL in grado di elevare o comprimere il benessere sociale. La maggior parte dei paesi investe per misurare il PNL, ma spende poco per mettere a fuoco le cause della salute a rischio (come i fast food e il guardare in modo eccessivo la televisione), del declino della fiducia sociale, e del degrado ambientale. Una volta compresi questi fattori, si può agire.

L’inseguimento folle dei profitti aziendali minaccia tutti noi. Per essere al sicuro, dovremmo supportare la crescita economica e lo sviluppo, ma soltanto in un contesto più ampio: quello che promuove la sostenibilità ambientale e i valori della compassione e dell’onestà che la fiducia sociale richiede. La ricerca della felicità non dovrebbe essere confinata nel bel regno montuoso del Buthan.

Jeffrey D. Sachs è Professore di Economia e Direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University. Inoltre è Consulente Particolare del segretario Generale delle Nazioni Unite riguardo agli Obiettivi di Sviluppo per il Millennio.
Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTradotto dall’inglese da Roberta Ziparo

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