Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2011 alle ore 09:00.

My24

Lo stabilimento Iveco Irisbus di Flumeri, l'unico in Italia a produrre autobus, chiuderà i battenti. L'annuncio della proprietà Fiat Industrial è arrivato ieri, a neanche 24 ore dalla rinuncia all'acquisto del sito da parte della molisana DR. Sempre più incerto, insomma, il futuro dei 685 dipendenti diretti già in cassa integrazione - molti dei quali in presidio permanente all'interno dello stabilimento - e dei circa duemila dell'indotto mentre in Irpinia sale la tensione sociale, tra sindacati che chiedono un nuovo tavolo al governo e lo stesso esecutivo che, martedì prossimo, sarà chiamato a riferire al Senato sulla vicenda.

Eloquente la nota diramata da Fiat Industrial in mattinata: «Di fronte all'impossibilità di portare a termine l'unica soluzione individuata, che consentiva l'avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale e industriale per assicurare continuità al sito, l'azienda sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure consentite dalla legge per cessare le attività dello stabilimento. Irisbus Italia - continua il comunicato - si rammarica del fatto che le strumentalizzazioni sviluppatesi su questa vicenda non abbiano nemmeno consentito la verifica della nuova soluzione industriale delineata, che avrebbe garantito prospettive di occupazione e di reddito».

Da qui a una valutazione sul contesto generale di mercato, il passo è breve: «La società - prosegue il gruppo torinese - ha subito molto duramente gli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni si sono drammaticamente ridotte. Ciò ha determinato una progressiva contrazione dei volumi produttivi dello stabilimento, che sono passati dai 717 veicoli del 2006 ai soli 145 autobus, di cui meno di 100 urbani, dei primi sei mesi del 2011». Una scelta che cade in un momento di grande fermento per la galassia Fiat: ieri il presidente della regione Piemonte Roberto Cota ha incontrato le parti sociali, ascoltando le loro posizioni riguardo al futuro dello stabilimento di Mirafiori.

La notizia della cessazione di Flumeri, in ogni caso, è balzata al centro del dibattito politico nazionale: martedì prossimo il governo riferirà in Senato sullo stato dell'arte della vertenza. Intanto il segretario del Pd Pierluigi Bersani attacca: «Dopo Modena e Termini anche Avellino: il risultato del piano Fiat a ora è che siamo a tre stabilimenti chiusi».

Numerose le reazioni dei sindacati che, per tutto il corso dell'estate, si sono opposti all'ipotesi di cessione alla DR Groupe di Massimo Di Risio (poche le garanzie che, a loro giudizio, sarebbe stato in grado di offrire) fino a determinarne la ritirata. A partire dal segretario di Cgil Susanna Camusso: «Chiederemo conto al governo - ha dichiarato - perché Irisbus non è solo un'azienda che chiude, e questo rappresenta di per sé un problema, ma è soprattutto un'azienda che chiude nel Mezzogiorno». Che fare arrivati a questo punto? Il segretario di Cisl Raffaele Bonanni propone: «Il Governo convochi subito un tavolo per trovare una soluzione che garantisca i lavoratori e il sito». A suo giudizio, occorre infatti avviare «una discussione seria sui trasporti pubblici locali per affrontare il tema dell'efficienza e degli sprechi».

Gli fa eco il segretario campano di Cisl Lina Lucci: da Fiat «va ora pretesa la sospensione di qualsiasi decisione definitiva, in attesa di trovare una soluzione». In rappresentanza di Uil interviene il segretario campano Anna Rea che si appella al governatore campano Stefano Caldoro: «Serve un incontro immediato con la presidenza del Consiglio‚ quella dell'Irisbus è una vertenza nazionale».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi