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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2011 alle ore 06:42.

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Si riaccende la battaglia per le citycar, i tedeschi mostrano una volta di più i muscoli e la loro indubbia potenza, mentre i coreani avanzano con il palese obiettivo di diventare la vera alternativa allo strapotere germanico approfittando della crisi economica, d'idee e di prodotti che attanaglia le case giapponesi dalla quale sfugge solo Toyota, che propone la terza generazione di Yaris.
È questo a grandi linee il quadro che emerge dall'ultimo salone di Francoforte (fino al 25 settembre), dove sotto i riflettori ci sono (fino a domenica prossima) soprattutto due piccole, ma già grandi, auto: una è la Fiat Panda, quarta incarnazione di un mito – perché la prima in realtà si è evoluta in maniera così consistente nel 1986 da generare una vettura che in comune con la capostipite della famiglia aveva quasi solo i lineamenti – che ha raccolto consensi a 360° sia per l'aspetto sia per l'atmosfera dell'interno e il livello qualitativo, riconosciuto anche dagli esperti della concorrenza. L'altra è la up! di Volkswagen. Una citycar lunga poco più di 3,50 m, ma molto abitabile grazie non solo a un passo record, ma anche a uno studio architetturale che sconfina dall'abitacolo sin sotto il cofano e che supera di gran lunga quello stilistico.
Un'auto con la quale il colosso di Wolfsburg punta a fare il botto anche nel segmento A - dove sinora non ha mai brillato - andando a scontrarsi con l'italiana, con le non più giovani, ma ancora valide sorelline euro-nipponiche Toyota Aygo, Citroen C1 e Peugeot 107 e con le proposte coreane come la Kia Picanto, ormai non più alternative low cost alle vetture di marchi più blasonati e senza alcun complesso di inferiorità in ogni segmento. Oltre alla up! il colosso di Wolfsburg esibisce variazioni sul tema Beetle con la versione sportivissima, ma prototipale, battezzata "R", e attraverso gli altri marchi della galassia, che si esibiscono con significative concept - come la MissionL by Skoda, destinata a trasformarsi in un modello capace di accontentare i gusti degli automobilisti di tutti i continenti - tese a confermare come le mire espansionistiche del gruppo tedesco siano ancora lontane dal prefissato punto d'arrivo. Il quadro è completato anche dalla nuova edizione della Porsche 911: inedita, ma ancora una volta fedele a se stessa.
Dall'Italia del lusso e della sportività a Francoforte sono arrivate due novità di spessore: la Ferrari 458 spider e la Maserati Kubang. La prima è la versione aperta della Italia, della quale mantiene la meccanica a iniziare dal poderoso V8 a iniezione diretta da 4.499 cc per 570 cavalli vincitore del premio "International Engine of the Year 2011", per finire con la celebre trasmissione basata sul cambio F1 doppia frizione a 7 marce con comandi al volante. La nuova rossa monta un super tetto rigido ripiegabile, realizzato e brevettato dalla casa di Maranello. Un primato del Cavallino che la rende unica.
La Maserati Kubang, invece, è un prototipo di Suv che presto vedrà la luce nella produzione di serie e che corona il sogno del tridente di avere in gamma una Sport utility.
Non a caso il nome è quello della concept del 2003 che mai vide la luce, basata su una piattaforma Audi. Ora, invece, il sogno si tramuterà in realtà grazie alle sinergie con Jeep, il marchio globale al centro dell'operazione Chrysler condotta da Marchionne.
Kubang, infatti, sarà basata sulla Grand Cherokee, avrà un motore 4.7 litri V8 Maserati a benzina e, addirittura, un diesel: una motorizzazione definita fondamentale dal ceo Harald J. Wester. Sembra sacrilego un simile propulsore sotto il cofano di una Maserati, così come pareva ugualmente eretica anche la Porsche Cayenne "a gasolio", ma i tempi cambiano e il mercato con loro.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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