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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 08:15.

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Meno burocrazia e semplificazione normativa, rafforzamento patrimoniale delle imprese e maggiore sostegno governativo alle aziende impegnate sul mercato globale: sono, in sintesi, le principali richieste dell'Associazione italiana delle aziende familiari (Aidaf) che emergono da un'indagine condotta tra gli associati. Le proposte sono state avanzate nel corso del 7° Convegno nazionale delle aziende familiari, apertosi ieri a Genova e che si concluderà oggi.
Obiettivo dell'Aidaf è agevolare le aziende familiari nella loro continuità e nei processi di transizione. Oggi sono familiari tra l'80 e il 90% del delle imprese operanti; quelle con un fatturato superiore ai 50 milioni rappresentano il 55% del totale.
Ieri, in apertura di convegno, Maurizio Sella, presidente Aidaf, ha ricordato che «i cambiamenti dell'equilibrio economico mondiale in atto ci obbligano a necessari adattamenti. La manovra del governo italiano è sufficiente se verrà gestita in modo da raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 ma sono necessari interventi strutturali che, per esempio, rendano realizzabili le infrastrutture, provvedimenti per la semplificazione di una burocrazia che soffoca le imprese, e sacrifici sulle pensioni che allungando l'età del ritiro dal lavoro» creino risorse disponibili per l'economia nazionale.
Oggi Alberto Martinelli, docente all'università degli studi di Milano e membro del comitato scientifico dell'Associazione, illustrerà i risultati dell'indagine Aidaf. Innanzitutto si sottolinea «l'eccesso di regole, ovvero la bulimia regolamentativa dei governi italiani nei diversi campi, dalla normativa fiscale a quella ambientale, dalle norme sulla sicurezza sul lavoro a quelle sulla qualità dei prodotti. Non solo in Italia vi sono troppe norme, ma queste tendono a cambiare troppo spesso, il che comporta la produzione frequente di voluminosi testi unici di difficile comprensione a causa dei continui rimandi a norme precedenti, parzialmente abrogate o modificate».
Poi il problema posto dall'eccesso di regolamentazione si complica a causa della inefficienza della pubblica amministrazione. La maggioranza degli imprenditori però non mostra un atteggiamento pregiudizialmente ostile alla imposizione fiscale ma deplora l'incertezza e l'instabilità delle regole fiscali.
Infine, fari accesi sul problema specifico delle imprese familiari, la legislazione successoria: oggi il 43% dei leader delle aziendali familiari ha superato i 60 anni di età, il 12% i 70 e il 3% addirittura gli 80 anni. Per il direttore generale di Aidaf, Gioacchino Attanzio, data questa situazione, è opportuna «l'introduzione di apposite norme che salvaguardino continuità e integrità aziendale anche di fronte al rischio di controversie in sede di divisione dell'eredità o di rotture dei legami familiari per separazioni o divorzi». La proposta allo studio di Aidaf dà la possibilità al disponente di attribuire al figlio una quota di legittima maggiorata che, congiunta eventualmente con una quota di disponibile, gli consenta di detenere la maggioranza azionaria dell'azienda.
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