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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 08:15.

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FIRENZE
Capitali privati per le infrastrutture. La Toscana prova a rilanciare l'economia con il project financing. Non solo l'Autostrada Tirrenica, che aspetta da 43 anni di essere completata: anche i collegamenti Firenze-Siena e Firenze-Pisa-Livorno saranno adeguati ricorrendo alla finanza di progetto. Si tratta di un programma da oltre 5 miliardi d'investimento che, insieme alla realizzazione del "corridoio dell'Italia centrale", da Fano a Grosseto, un'opera d'interesse strategico europeo, comincerà a concretizzarsi nel 2012.
«Basta con gli investimenti bloccati dalla politichetta locale che non vede oltre l'ombra del proprio campanile», dice Antonella Mansi, presidente di Confindustria Toscana che ieri ha aperto a Firenze l'assemblea regionale degli industriali, in un capannone del gruppo Bassilichi affollato da oltre 600 imprenditori, alla presenza della leader nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia, del numero uno dell'Abi, Giuseppe Mussari, e del presidente dei giovani industriali Jacopo Morelli. «Rompiamo la continuità sull'agenda delle infrastrutture che non parte mai», ha chiesto Mansi.
«È una priorità alla quale stiamo mettendo mano con decisione», ha risposto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. «La Tirrenica sarà completata in tempi rapidi (progetto definitivo al Cipe prima di Natale, ndr) e sulle altre strade di grande comunicazione che uniscono il capoluogo alla costa e a Siena pensiamo di ricorrere al project (Anas permettendo, ndr) - ha aggiunto -. Così come vogliamo attivare finanziamenti europei per la Grosseto-Fano che fa parte del "Corridoio balcanico" e arrivare a un'integrazione tra gli scali aeroportuali di Firenze e Pisa: un progetto sul quale mi sono impegnato molto e che intendo portare in fondo. Oltre alle imprese, però, abbiamo bisogno di avere al nostro fianco il sistema bancario».
Per il presidente dell'Abi (e del Monte dei Paschi), Mussari, «la crescita non s'impone per legge, ma le norme possono aiutare lo sviluppo. Spendere meno per fare meglio è la chiave di lettura del momento - ha spiegato -. Più che di crisi bisogna parlare di profonda discontinuità: una fase in cui non si può restare ancorati alle proprie certezze. In questo momento - ha detto il leader dei banchieri - anche i timidi segnali di ripresa della nostra economia sono a rischio». Analisi condivisa da Luciano Nebbia, direttore generale di Banca Cr Firenze (gruppo Intesa Sanpaolo), per il quale la stessa «attività del credito sta cambiando. Adesso - ha detto - la priorità è rendere bancabili le Pmi».
Imprese, banche e governo regionale: il "modello toscano" riparte dalla convergenza tra i principali attori del territorio, un'alleanza per lo sviluppo che coinvolge anche il fronte sindacale, accennado alla quale la presidente Mansi ha ringraziato pubblicamente Emma Marcegaglia per l'impegno e il successo dell'accordo nazionale del 28 giugno sulla produttività. È una prospettiva per i giovani: «Tutti devono fare sacrifici e rinunce, attenti a non bruciare un'intera generazione», ha ricordato Alessandro Colombini, presidente dei giovani di Confindustria Toscana, che proprio ieri ha concluso il suo mandato, sostituito da Giacomo Gellini.
«L'economia regionale purtroppo sta rallentando», ha ricordato Mansi sui numeri della relazione "tecnica" di Stefano Casini Banvenuti, direttore dell'Irpet, l'Istituto regionale di programmazione economica. Nel secondo trimestre 2011, le imprese manifatturiere hanno registrato una crescita della produzione (+3,6%), del fatturato (+3,8%) e degli ordinativi (+3,4%). Gli impianti hanno mediamente 71 giorni di lavoro assicurato. E, da inizio d'anno, è proseguito il recupero degli occupati (+0,7%). «Ma il clima di fiducia sta peggiorando», ha detto ancora la presidente di Confindustria Toscana, stigmatizzando il modello di "sviluppo lento" teorizzato da qualcuno e «certo ambientalismo in cashmere», capace di bloccare un investimento da 30 milioni di Laika (gruppo Hymer) pur di non spostare alcune pietre di origine etrusca.
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