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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 18:31.

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La riforma fiscale è il secondo punto del Manifesto delle imprese. Si chiede di approvare rapidamente la delega presentata dal Governo , attualmente all'esame della Camera. La delega prevede che le risorse aggiuntive vengano destinate al raggiungimento del pareggio di bilancio. Si tratta di reperire 4 miliardi nel 2012, 16 nel 2013 e 20 nel 2014.

Rapida attuazione della delega per evitare che scattino le clausole di salvaguardia (inclusa quella prevista dalla manovra di agosto).

Una riforma fiscale per lo sviluppo deve avere come obiettivo una significativa riduzione del prelievo su famiglie e imprese.

Indispensabile dare impulso alla capacità competitiva delle imprese italiane, riducendo in primis il cuneo tra costo del lavoro e retribuzione netta.

Avviare subito il processo di superamento dell'Irap a partire dalla componente del costo del lavoro.

Lo strumento fiscale va anche utilizzato per selezionate finalità di politica industriale (promozione degli investimenti in R&I, rafforzamento patri-moniale delle imprese) e per sostenere l'occupazione, in particolare dei giovani.

Rafforzare l'azione di contrasto dell'evasione fiscale. Il contrasto all'evasione è anche una misura per la crescita, perché elimina un fattore di concorrenza sleale che tende a impedire la crescita dimensionale delle imprese e la loro internazionalizzazione.

Fissare a 500 euro il limite per l'utilizzo del contante e incentivare la diffusione della moneta elettronica.

Confermare ed estendere misure di contrasto di interessi, come le detrazioni fiscali del 36% per gli interventi in edilizia e del 55% per l'efficienza energetica.

Obbligo per le persone fisiche di indicare il proprio "stato patrimoniale" nella dichiarazione annuale dei redditi, per consentire di valutare la coerenza fra reddito e patrimonio. L'obbligo dichiarativo può essere accompagnato da un prelievo annuale sul patrimonio delle persone fisiche ad aliquota contenuta e con una soglia di esenzione.

Rimodulazione del prelievo, con riduzione del prelievo diretto su imprese e persone. In alternativa, si renderebbe necessaria un rivisitazione della tassazione sui patrimoni immobiliari.

Agire oltre che sulle aliquote anche sulla complessità dell'ordinamento fiscale e sull'incertezza del diritto tributario. Fattori che scoraggiano gli investimenti, la creazione di posti di lavoro e la produzione di reddito. E riducono l'attrattività del Paese nelle scelte delle imprese multinazionali.

Riordinare il sistema fiscale ora frammentato

Rafforzare la certezza del diritto, garantendo regole fiscali semplici e stabili, applicabili in modo uniforme e conoscibili in via anticipata dai contribuenti.

Controllare l'applicazione delle norme e dei principi antiabuso, per colpire l'elusione ma non il legittimo risparmio d'imposta

Attenuare l'oppressione da eccesso di controlli fiscali, abrogando le norme palesemente vessatorie (come quella che entrerà in vigore da ottobre, in base alla quale il contribuente sarà tenuto a pagare quanto richiesto dal fisco anche se ancora in attesa di un giudizio su un ricorso).

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