Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2011 alle ore 08:14.

My24


Settecentocinquanta imprese italiane già presenti in Brasile, in assoluto tra i Paesi più promettenti dell'economia mondiale. Ma non è un punto d'arrivo, sottolinea Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, intervenendo al Forum economico tra Italia e Brasile. «Si può fare ancora molto di più» dice Marcegaglia ricordando lo sviluppo tumultuoso del gigante sudamericano e i numeri sempre più significativi dell'interscambio ma sottolineando anche come «appena lo 0,1% delle imprese straniere presenti in Italia provenga dal Brasile»: c'è spazio per fare passi avanti.
Il Forum si è svolto nella sede di Confindustria in occasione di una missione di imprenditori in Italia guidata dalla Lide (associazione di imprenditori leader brasiliani). Circa un centinaio i Ceo arrivati dal Brasile (tra le imprese presenti Brasil Foods, Tam, Banco Itaù, Fiat Brasile). Tra le principali aziende italiane accreditate Assicurazioni Generali, Ferrero, Telecom, Pirelli, Todini, Almaviva, Enel, Finmeccanica, Fs, Luxottica, Prysmian, Mapei, Salini Costruttori, Fincantieri, Tenaris Dalmine. Gli imprenditori italiani hanno ascoltato le opportunità di investimento presentati dal ministro dell'Industria e del commercio estero del Brasile, Fernando Pimentel, dal ministro della Scienza e Tecnologia, Aloizio Mercadante, che ha anche evidenziato il possibile interesse delle aziende brasiliane in eventuali privatizzazioni italiane. I governatori degli Stati di Pernambuco, Goias, Bahia e Sergipe hanno illustrato i diversi programmi sul territorio.
Nel corso del Forum bilaterale è stato presentato uno studio nato dalla collaborazione tra Confindustria, Ambasciata d'Italia in Brasile e le società di consulenza Kpmg e Value Team. Da dicembre 2007 a settembre 2011 le società italiane e le filiali locali censite in Brasile sono passate da 250 a 585. Anche la presenza del sistema bancario in Italia è in evoluzione (con la presenza di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Vicenza, Ubi Banca) e c'è sul campo un mix di linee di credito e garanzie offerte da Simest, Sace, Iadb e Banca di sviluppo brasiliana Bndes. Marcegaglia ha fatto notare che il flusso degli investimenti in quattro anni è stato «di 1,2 miliardi di euro», «l'interscambio dal 2006 è salito del 30% e le esportazioni del 70%». Oggi, ha spiegato, la sfida è sostenere anche la presenza delle Pmi nel Paese brasiliano già presidiato da grandi realtà industriali italiane. «Da tempo – commenta Paolo Zegna, vicepresidente Confindustria per l'internazionalizzazione – abbiamo scelto poche ma chiare priorità per i mercati esteri, tra queste spicca il Brasile la cui economia si basa su un sistema industriale moderno, con grandi opportunità di crescita nella meccanica, nell'automotive, nell'agroindustria, nella cantieristica navale, nelle costruzioni, nelle energie rinnovabili». Anche la politica, assicura il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Scotti, «pone l'America Latina e quindi il Brasile al centro delle strategie internazionali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi