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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 09:05.

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Piange la "carta" ma vola l'online. Se la torta della pubblicità si assottiglia sempre di più per periodici e quotidiani, su internet la marcia degli inserzionisti comincia a far tremare i polsi a tutti gli altri media. Televisione compresa, anche se le cifre sono ancora molto distanti: il piccolo schermo raccoglie infatti ancora la metà degli spot su un mercato da quasi 9 miliardi, mentre l'online poco più di un miliardo. Con un risultato che comunque, per il 2012, potrebbe essere eclatante: l'anno prossimo infatti secondo le previsione di Iab, l'associazione dell'advertising interattivo che oggi e domani avrà un forum tutto suo a Milano, internet diventerà il secondo canale per la raccolta di spot proprio dopo la tv, ipotizzando una crescita tra il 10 e il 15 per cento. Saranno superati, quindi, tutti gli altri media, dalla radio alla stampa. Un sorpasso significativo anche dal punto di vista industriale.

Nel 2011 il mercato dell'advertising online chiuderà con una crescita del 15% sull'anno precedente, sfiorando 1,2 miliardi di euro (1.188 milioni). Guardando ai settori, in grande spolvero la display (banner e filmati ma non solo) cresciuta del 16% a 455 milioni contro il +18% dei motori di ricerca (la famosa search, a quota 448 milioni). Tutto questo mentre il mercato totale della pubblicità chiuderà l'anno con una flessione stimata del 3% a 8,7 miliardi.
«I dati di crescita e le previsioni dimostrano quanto l'online sia ormai un media strategico per le aziende – spiega Salvatore Ippolito, presidente vicario di Iab Italia –. Abbiamo così superato un periodo di consolidamento ma anche una prima fase di affermazione delle potenzialità dell'online che ha visto Iab Italia impegnata in un grande lavoro di education e diffusione della cultura digitale».

Ora gli obiettivi da raggiungere sono due: «Far sì che nel 2012 anche in Italia – dice Ippolito – l'online diventi il secondo media dopo la televisione, mentre il secondo è arrivare al 2015 con una quota della pubblicità online pari al 20% sul mercato, per un valore di 2 miliardi».
Un po' di storia: negli ultimi cinque anni l'investimento medio delle aziende in pubblicità sui media cartacei è diminuito del 27,7%, l'investimento medio in tv ha registrato un -11,7% mentre quello sulla radio ha avuto una crescita del 9,3 per cento. Il web ha registrato una crescita del 46,1% ed è aumentato del 107% il numero delle aziende pronte a spendere nel cyberspazio.

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