Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2011 alle ore 19:02.

My24

Una risposta sorprendente dato che i titoli sulle commodity hanno un mercato latente ovvio, radicato nelle reali fondamenta economiche. Dopotutto, le imprese siderurgiche hanno un bisogno intrinseco di protezione contro le fluttuazioni del prezzo del minerale di ferro, proprio come le compagnie aeree e le utilities hanno un bisogno intrinseco di protezione contro le fluttuazioni nel prezzo del petrolio.

Ognuna di queste merci rappresenta un input importante per le grandi aziende. Sicuramente vi è una domanda naturale di commodity bonds almeno quanto quella esistente per le polizze di protezione dal rischio di fallimento (gli swaps di credit default - CDS) e per alcuni di quei derivati, complessi in modo bizzarro, attualmente in circolazione!

Ci vuole liquidità per far funzionare un mercato, e può essere difficile metterne in moto uno nuovo fino a quando non si raggiunge una certa massa critica. Il problema potrebbe essere l’assenza di un numero considerevole di investitori che vogliono impegnarsi in posizioni lunghe contemporaneamente sia sul petrolio che sul rischio di credito nigeriano.

Un’ agenzia multilaterale come la Banca Mondiale potrebbe giocare un ruolo cruciale nel lancio di un mercato di titoli sulle commodity. Questa misura sarebbe particolarmente efficace in quei paesi dove la Banca presta già del denaro.

Ecco come potrebbe funzionare. Invece di formulare un prestito alla Nigeria in termini di dollari, la Banca dovrebbe formularlo in termini del prezzo del petrolio ed eliminerebbe l’esposizione al richio legato al prezzo mondiale del petrolio emettendola stessa quantità di obbligazioni denominate in petrolio. Se la banca presta a molteplici esportatori di petrolio, il mercato dei titoli di petrolio che si viene a creare sarebbe molto più grande e più liquido. Questa funzione riunificatrice sarebbe particolarmente importante nei casi in cui ci sono differenti gradi o varietà del prodotto (come per petrolio o caffè), e i cui prezzi possono divergere in modo tale da produrre una differenza importante per gli esportatori.

Un’alternativa per alcuni esportatori di commodity è di proteggersi dal rischio vendendo sul mercato dei futures. Ma uno svantaggio importante dei derivati è la loro breve scadenza. Un paese dell’Africa occidentale con riserve di petrolio appena scoperte ha la necessità di finanziare l’esplorazione, la perforazione e la costruzione della conduttura, il che vuol dire che ha bisogno di coprire un orizzonte temporale di 10- 20 anni, non 90 giorni.

Un altro svantaggio dei derivati è che richiedono un alto grado di sofisticazione –sia tecnico che politico. Nel caso di un aumento del prezzo di una merce, quel ministro della Finanza che ha fatto un ottimo lavoro nel coprire il rischio del prezzo di esportazione sul mercato dei futures, si ritroverà immediatamente accusato di aver fatto del gioco d’azzardo con il patrimonio nazionale. Questo problema di principale-agente viene di gran lunga ridimensionato nel caso dei commodity bonds.

Se i maghi della finanza internazionale si coordinassero per mettere in atto questa idea immediatamente, gli esportatori sarebbero in grado di evitare il disastro la prossima volta che crolla il prezzo internazionale del prodotto. La Banca Mondiale dovrebbe assumersi questo compito.

Jeffrey Frankel è Professore di Formazione del Capitale e della Crescita presso la Harvard University
Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTradotto dall’Inglese da Roberta Ziparo

Shopping24

Dai nostri archivi