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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 13:27.

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Si allungano i tempi della missiva con cui Silvio Berlusconi proverà a rispondere alle sollecitazioni Bruxelles. «La lettera - ammette il sottosegretario Gianni Letta durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi - ha bisogno di qualche messa punto e di qualche ritocco». Quando ai contenuti della lettera è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a svelare qualche dettaglio nel corso della giornata mondiale del risparmio.

Tremonti: nella lettera uso migliore dei fondi Ue. Bossi ottimista
«La prima delle proposte nella lettera d'intenti - spiega il titolare di Via XX Settembre - , una delle principali, è l'uso coordinato e definito dei fondi europei: l'Italia è al terzo posto, dopo vengono solo Romania e Bulgaria, e questo è inaccettabile». La strategia di sviluppo, aggiunge il titolare dell'Economia, «va fatta sul Sud come priorità. L'idea di usare meglio questi fondi per il Sud è fondamentale». Berlusconi e la missiva sono quindi attesi dal test Ue. Il cui esito non preoccupa Umberto Bossi che si dice «ottimista» sull'accoglienza che Bruxelles riserverà alle risposte del Cavaliere.

Non basta criticare la classe politica, più fiducia in noi
Tornando a Tremonti e alla sua ricetta per affrontare la crisi, il ministro sottolinea che «forse è necessario, ma non è sufficiente criticare solo la classe politica». Occorre «avere un po' più di fiducia in noi, tra noi e per noi». Tremonti non si nasconde che «in Italia esiste un problema complessivo di classe dirigente - aggiunge - ma il continuo di fatti e fenomeni porta a una responsabilità complessiva più vasta. Tutti dobbiamo riflettere su cosa si deve fare di diverso. La riflessione deve essere comune». In Europa, prosegue il ministro, «è arrivato il secondo mostro. Diverso da quello americano, molto più grave, anche perché il contesto è molto diverso rispetto all'altro lato dell'Atlantico».

Ricchezza è anche fattore di rischio
L'Italia, ragiona quindi il titolare dell'Economia, «è un paese complesso con elementi positivi e negativi, dove anche la ricchezza può costituire un fattore di rischio». Il motivo, il ministro, lo snocciola a stretto giro. «In Italia c'è il mistero della ricchezza: non sono capace di analizzare le statistiche che leggo, ma mi sembra evidente che in anni di grande declino il reddito non è salito, ma la ricchezza è salita enormemente, e questo va tenuto in considerazione non solo economica, ma anche politica». Cosa è successo?», si chiede quindi Tremonti. «Dobbiamo - prosegue - tutti pensarci. Cosa c'è dietro? L'evasione fiscale incide, la produzione a nero, ma ci sono fenomeni ancora non studiati ed è un mistero del Paese».

Non c'è differenziale Pil tra Italia e Paesi Ue
Per Tremonti la vera preoccupazione è comunque un'altra. «Il Pil è stato rivisto e nel 2010 siamo cresciuti dell'1,5%, che è uguale a quello della Francia, superiore all'Inghilterra non é fantastico, ma... Non esiste un grandissimo differenziale di crescita, poi vediamo come chiudiamo quest'anno e con quali numeri entriamo nel prossimo. Questa è la vera preoccupazione». L'1,5% poi, rimarca quindi il ministro, «è una media tra Nord e Sud. Una delle proposta che è stata fatta nella lettera è l'uso coordinato con Bruxelles dei fondi europei: l'Italia è al terzultimo posto nell'uso dei fondi europei e questo è inaccettabile, la strategia di sviluppo va fatta sul Sud».

Fiscalità sui giovani solo al 5%, più bassa al mondo
Quindi un passaggio sui giovani in risposta alla sollecitazione di Mario Draghi che, poco prima, aveva posto l'accento sulla necessità di agevolare le iniziative imprenditoriali delle giovani generazioni . «È importante porre l'attenzione su di loro e sostenerne le iniziative. Ma in l'Italia la fiscalità sui giovani è già molto favorevole, è solo il 5%». Sui giovani, sottolinea il ministro, «vedo l'impegno di tanti di voi del Governatore e del nuovo Governatore. Preoccuparsi dei giovani è giusto ma voglio ricordare che oggi l'Italia offre ai giovani la fiscalità più bassa al mondo, il 5%. È una fiscalità molto favorevole, un fattore di dote per i giovani non marginale che invito a prendere in cosiderazione». (Ce. Do.)

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