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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2011 alle ore 06:41.

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CERNOBBIO. Dal nostro inviato
«C'è un'Italia che funziona», dice il francese. «Ce la farete, la macchina ora è partita», aggiunge il tedesco. Di questi tempi incassare complimenti da Parigi e Berlino non è male e a realizzare il mezzo miracolo è l'Expo. I delegati Bie che ieri hanno assistito a Cernobbio (Como) alla presentazione dell'evento 2015 sono stati unanimi nel plaudire ai passi avanti realizzati. Certo, tutto è ancora racchiuso in un filmato in 3D, la visita al sito è solo virtuale, ma la sensazione è che gli ostacoli maggiori siano ormai alle spalle, che nel passaggio di consegne dalla politica al management ci sia stato un netto guadagno. «Questi tre anni sono stati terribili – ci confessa a fine mattinata il segretario generale del Bie Vicente Loscertales – ma ora abbiamo fiducia in questo progetto».
Il Paese, va detto, appare compatto e la sintesi è nelle parole del presidente Napolitano che considera questo «l'evento di maggior rilievo degli ultimi decenni in Italia». Il leader di Confindustria Emma Marcegaglia assicura la piena collaborazione del mondo dell'impresa e valuta il 2015 come «una leva straordinaria per attrarre investimenti e modernizzare il Paese, a maggior ragione evento cruciale in una fase di grande difficoltà economica come quella attuale». Formigoni, Podestà e Pisapia ribadiscono l'impegno delle amministrazioni e cedono la parola all'ad Giuseppe Sala, che entra nel concreto del progetto. E dopo tre anni e mezzo di impasse è un sollievo. L'asse portante del sito, il decumano, si sviluppa su oltre 1,5 chilometri e sarà il cuore dell'evento. Ad ogni stand, lungo questa via, sarà assegnata una "vetrina" di 20 metri, che potranno poi svilupparsi in profondità su vari tagli, da 500 fino a 4.500 metri quadri. Dovranno essere luoghi "green", a basso consumo energetico, con almeno il 30% degli spazi aperti o verdi e l'80% di materiali riciclati. Il tema del 2015, nutrire il pianeta-energia per la vita dovrà pervadere l'intero sito (la cui scenografia sarà curata dal vincitore di due premi Oscar Dante Ferretti) e per questo Sala e Pisapia sollecitano il Governo nell'indicare il commissario per il Padiglione Italia. Gli spazi italiani, infatti, saranno dislocati lungo l'altro asse dell'area, il Cardo, «ma la loro progettazione – spiega Sala – dovrà avvenire per tempo, dovendosi integrare in un sistema: l'Italia dunque agisca subito». La grande novità di Milano saranno però i "clusters", spazi comuni che raggrupperanno più paesi attorno ad un tema. «Caffè, cacao, oppure riso – spiega Sala – potranno aggregare più nazioni che non vogliono o non possono partecipare con spazi singoli».
Avviati i lavori per rimuovere le interferenze del sito, che partiranno domani, le prossime tappe vedono azioni su più fronti. «Nel 2012 vogliamo aggregare altri 50 paesi – chiarisce Sala – e l'altro target sarà quello di coinvolgere sponsor e partner privati, da cui ci aspettiamo un contributo di 400 milioni. Gli unici rischi di intoppo sono legati alle gare, ai ritardi e ai ricorsi. Se necessario credo però che il Commissario Pisapia sia pronto ad usare i suoi poteri straordinari».
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