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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 alle ore 15:37.

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Vola Baidu, il motore di ricerca che sfida Google: durante il terzo trimestre i profitti sono aumentati dell'80%, alimentati dalla pubblicità online. L'utile netto raggiunge 296 milioni di dollari e supera le previsioni degli analisti finanziari. È quotato al Nasdaq e ha aperto la strada allo sbarco in borsa delle internet company cinesi. Ma deve affrontare la competizione con altri due colossi del web in Estremo Oriente: la piattaforma di ecommerce Alibaba che ha appena varato un sistema operativo per cellulari e il servizio di instant messaging Tencent, una chat lanciata nella città di Shenzhen, motore economico dell'industria hitech fin dagli anni Ottanta.

Google, invece, ha fatto retromarcia con il suo motore di ricerca dalla Cina. Per accelerare ancora il passo e non perdere terreno Baidu scommette sull'accesso a internet dai dispositivi mobili e sul cloud computing, una frontiera esplorata da molte aziende locali, anche in collaborazione con multinazionali come Ibm e Dell. Robin Li, amministratore delegato di Baidu, è diventato il secondo cinese più ricco: la sua ricchezza personale è stimata da Forbes in 9,2 miliardi di dollari.

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