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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2011 alle ore 15:28.

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La politica in Italia presenta un conto salato ai cittadini: secondo stime di Confcommercio su ogni famiglia ha infatti un peso di 350 euro all'anno. La «scarsa efficienza dell'apparato pubblico unita all'eccessivo livello di spesa pubblica (oltre il 50% del Pil) rendono indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese», afferma l'associazione dei commercianti. Confcommercio proprone che un'azione di contenimento della spesa pubblica parta dai costi della rappresentanza politica, ovvero quelli che i cittadini complessivamente sostengono per eleggere e far funzionare l'insieme degli organismi legislativi nazionali e decentrati, che, nel nostro Paese, ammontano ad oltre 9 miliardi di euro l'anno, corrispondenti a poco più di 350 euro per nucleo familiare, circa 150 euro a testa.

Applicando ai circa 154mila rappresentanti politici dei vari organi collegiali nazionali e locali l'ipotesi, più volte ventilata e condivisa da più parti, della riduzione di poco più di un terzo del numero dei parlamentari si avrebbe, spiega la Confcommercio, un risparmio di spesa di oltre 3,3 miliardi all'anno. Cifra sufficiente ad attuare una riduzione permanente di circa 8 decimi di punto della prima aliquota Irpef a beneficio di oltre 30 milioni di contribuenti o, in alternativa, a ottenere permanentemente una somma di 2.900 euro all'anno da destinare a tutte le famiglie in condizioni di povertà assoluta. In entrambi i casi, conclude la nota, si tratterebbe della «più grande ed efficace operazione di redistribuzione mai effettuata nel nostro Paese».

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