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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2011 alle ore 06:39.

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Il sogno italiano della chimica verde comincia a prendere forma. E riparte da dove era naufragato vent'anni fa, cioè da un'allenza pubblico-privato.
Matrica, joint paritetica tra Polimeri Europa del gruppo Eni e Novamont, l'azienda ex Montedison oggi leader mondiale nelle bio-plastiche (fa capo alla sgr Investitori associati), è nata in Sardegna con l'obiettivo di trasformare il petrolchimico Eni di Porto Torres in uno dei più grandi poli industriali di chimica verde a livello internazionale, capace di sfornare 350mila tonnellate all'anno di prodotti biodegradabili di origine vegetale (intermedi, plastiche, lubrificanti, additivi), partendo dalle coltivazioni locali, in questo caso il cardo, ricavate mettendo a reddito i terreni marginali della Sardegna.
Un progetto di filiera, dunque, ma soprattutto un disegno strategico di sistema. «La chimica verde ci consente di disegnare un futuro per Porto Torres e, in prospettiva, anche per altri impianti in Italia e all'estero», dice Daniele Ferrari, amministratore delegato di Polimeri Europa e presidente di Matrica. I petrolchimici di Priolo e Marghera sono candidati a entrare in sinergia con l'esperienza di Matrica.
«Questo modello di sviluppo trasforma un problema, in questo caso il declino di un sito industriale tradizionale, in opportunità», commenta Catia Bastioli, leader di Novamont e amministratore delegato della nuova joint venture sarda. «Matrica - aggiunge la manager - apre una strada del tutto nuova, collega industria e agricoltura in armonia con le produzioni alimentari, crea ricchezza nel rispetto dell'ambiente».
L'investimento supera il miliardo, di cui 500 milioni a carico del gruppo Eni per la bonifica dell'area e 300 milioni per la realizzazione da parte di EniPower di una centrale a biomassa che utilizzerà i residui vegetali della lavorazione. Saranno costruiti sette nuovi impianti - il primo è previsto che entri in produzione a inizio 2014, l'ultimo nel 2016 - in sostituzione della vecchia struttura industriale (a parte la divisione gomme), con una spesa di 250 milioni e la prospettiva di passare dai 550 dipendenti attuali a 685, una volta a regime, cento dei quali nel centro ricerche che opererà in collegamento con le Università della Sardegna.
Esperienza industriale Eni e brevetti Novamont, tra cui il Mater-Bi (plastica biodegradabile di origine vegetale), che nel 2007 ha valso alla Bastioli il riconoscimento di "Inventore europeo dell'anno". «L'ingegnerizzazione del progetto è fatta e siamo pronti a partire, mancano solo le autorizzazioni», commenta la manager. «Il centro ricerche sarà inaugurato a novembre, mentre per l'investimento vero e proprio stiamo aspettando il via libera della Regione», puntualizza Ferrari. Le richieste sono state formalizzate il primo luglio scorso e l'Amministrazione regionale ha sei mesi di tempo per rispondere. «Il progetto, che ci vede coinvolti in prima persona, sta rispettando le tappe prefissate grazie anche a tutti gli attori locali», tranquillizza Alessandra Zedda, assessore regionale all'Industria. Il disco verde, insomma, arriverà entro l'anno.
«È una grande opportunità non solo per il rilancio industriale del territorio, ma anche per la bonifica e la riqualificazione di una vasta area oggi inquinata e degradata - dice ancora l'assessore Zedda -. Vogliamo favorire la riconversione industriale del sito petrolchimico di Porto Torres in un polo di produzione di bio-plastiche, bio-lubrificanti, cogenerazione da biomasse, per spingere la ripresa dell'economia locale nei settori della chimica, dell'agricoltura, della ricerca e dell'innovazione».
Matrica, che in dialetto gallurese vuol dire madre, la matrice cioè che crea e rinnova la vita, in realtà rappresenta la prima pietra di un disegno che va oltre i confini della Sardegna. «È un vero progetto di sistema, che si apre a future integrazioni», dice l'amministratore delegato della joint venture tra Polimeri Europa e Novamont. «La chimica italiana vuole uscire dalla stasi degli ultimi decenni - conferma Ferrari - e l'aggancio con l'agricoltura, in una logica di filiera sostenibile, è un'idea che ci proietta nel domani». Parla sardo, ma la scommessa è nazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI
1 miliardo
L'investimento
È la spesa per trasformare il petrolchimico Eni di Porto Torres in uno dei più grandi poli industriali di chimica verde a livello internazionale
685 addetti
L'impatto sul lavoro
L'obiettivo è di passare dai 550 dipendenti attuali a 685 (una volta a regime), cento dei quali occupati nel centro ricerche collegato agli ateni

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