Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 08:15.

My24


Mantero Seta è una delle aziende sulle quali l'Italia ha costruito la sua reputazione di eccellenza mondiale nel tessile e nel settore serico in particolare. Una reputazione solo in piccola parte offuscata dai grandi cambiamenti portati dalla globalizzazione e dall'invasione – non sempre pacifica e quasi mai indolore – dei produttori asiatici. Come molte aziende di medie dimensioni e storicamente controllate dalla famiglia fondatrice, a partire dagli anni 2000 Mantero Seta ha visto stravolgere il suo ruolo di custode della tradizione, con gli imprenditori costretti a trasformarsi in manager aggressivi pronti a "flirtare" con la finanza. Le difficoltà non sono mancate e nel 2006 Moritz Mantero, uno degli otto fratelli che rappresentavano la terza generazione, lasciò il posto di amministratore delegato a Massimo Brunelli, per diventare presidente e restare azionista di assoluta maggioranza.
In cinque anni Brunelli, manager con alle spalle il giusto mix di esperienze in finanza, industria e settore tessile, ha portato avanti un turn-around sicuramente non indolore, ma che ora permette all'azienda di entrare in una nuova fase e di intravedere un futuro da protagonista sullo scenario globale. A segnare l'inizio della nuova fase è anche l'arrivo di Franco Mantero, figlio di Moritz, come amministratore delegato, in carica da poche settimane.
«Ho 38 anni, lavoro in azienda da otto anni, l'ultimo incarico in ordine di tempo è stato quello di responsabile della divisione donna, che significa accessorio femminile e tessuto per abbigliamento – spiega il rappresentante della quarta generazione della famiglia Mantero –. Ho girato ogni reparto, perché ho sempre pensato che l'azienda sia un organismo complesso e che non sempre chi lavora in un settore, non importa con quanta dedizione e passione, capisca le esigenze degli altri. Prima di entrare in Mantero Seta ho fatto esperienza in Ibm, non era scritto che dovessi per forza, un giorno, guidare l'azienda di famiglia. Ma quando il turn-around orchestrato da Massimo Brunelli con il totale sostegno di mio padre è stato completato, mi è sembrato naturale dare la mia disponibilità. Non è stato per senso del dovere o per attaccamento forzoso, sono sinceramente convinto che per un'azienda come la nostra e per la produzione serica di qualità esista un futuro, commerciale e industriale».
I numeri sono dalla parte di Franco Mantero: l'anno fiscale 2011 (che per Mantero Seta si è chiuso in agosto) vedrà un fatturato di 68 milioni, in crescita del 4% rispetto al 2010, con un ebitda in linea con le attese. L'indebitamento sarà di 15 milioni, più che dimezzato rispetto ai 40 milioni di cinque anni fa. «Ci sono luci e qualche ombra: non abbiamo ancora raggiunto il traguardo dell'utile, chiuderemo con una perdita netta di circa 2 milioni, ma gli ordini già raccolti per le prossime stagioni, i nuovi progetti nel campo delle licenze e un nuovo modo di intendere i rapporti con i marchi della moda per i quali lavoriamo, ci consentiranno, nel 2012, di aumentare il fatturato e, auspicabilmente, anche i margini in tutti e tre i settore in cui siamo presenti: accessori donna, accessori uomo e tessuti per abbigliamento». Ciò che trapela dalle parole di Franco Mantero è una grande passione: è chiaro che la seta, oltre che un ottimismo basato su ragione e numeri, è parte del suo dna, come forse nemmeno Moritz Mantero aveva osato sperare. «Non è stato facilissimo convincerlo che non vivo questa sfida come un obbligo. Però ci sono riuscito e credo che mio padre continuerà a fare quello che ha fatto negli ultimi cinque anni: l'azionista che ognuno sogna. L'azionista che una volta accordata la fiducia non interferisce, ma semplicemente garantisce quella continuità che per un nome storico è importantissimo, anche nell'era della globalizzazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi