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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2011 alle ore 06:40.

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Due numeri, utili a chiarire un problema: nella dote europea del settimo programma quadro dell'Unione europea sulla ricerca, l'Italia porta circa il 13,4% della dote complessiva, ma quando si tratta di recuperare le risorse attraverso i progetti vincenti nei diversi settori la quota tricolore scende intorno all'8,7 per cento.
Dai numeri, andando più a fondo nell'analisi, emerge l'immagine di un mondo della ricerca italiano "volenteroso" in termini di progetti presentati, equivalenti a quelli di Paesi come la Germania e il Regno Unito, che però impegnano un esercito di ricercatori molto più ampio del nostro, ma poco efficace quando si passa all'incasso attraverso il successo nelle commissioni dei progetti presentati: la nostra percentuale di successo arranca intorno al 12,4%, perdendosi per strada lontano dal 21% di Regno Unito e Francia e dal 18% della Germania.
È in un contesto come questo, desunto dall'analisi sui risultati nel VII programma quadro fino al 2010, che interviene la riforma varata dal Parlamento alla fine dell'anno scorso. Il cantiere dell'attuazione è ancora al lavoro (si veda il Sole 24 ore del 31 ottobre), ma l'applicazione effettiva delle novità non passa solo dai decreti ministeriali o dalle riforme degli Statuti.
Una delle cifre che hanno caratterizzato la riforma è l'apertura delle porte dell'Accademia alle realtà produttive del territorio, per mettere a sistema una tendenza alla cooperazione che gli atenei più attivi hanno sviluppato singolarmente negli ultimi anni.
Per passare ai fatti in maniera strutturale, Confindustria e conferenza dei rettori hanno meso nero su bianco una serie di azioni comuni all'interno di un protocollo d'intesa che sarà presentato oggi alle 15.30 presso la sede di Assolombarda (interverranno Gianfelice Rocca, vice presidente di Confindustria, Diana Bracco, presidente Progetto Ricerca & Innovazione di Confindustria, Marco Mancini, presidente Crui, Stefano Paleari, segretario generale Crui, Alberto Meomartini, presidente Assolombarda.
Molti i filoni operativi dell'intesa, la cui importanza è stata ricordata anche dal presidente Giorgio Napolitano, durante il discorso tenuto venerdì a Bari.
Molta attenzione avrà il tema dello sviluppo dei progetti di ricerca per la competizione in sede europea, anche per diffondere i risultati che nei settori più efficaci già ora viaggiano con risultati "tedeschi", lontani dalla media italiana citata prima.
È il caso, per esempio, del settore dei trasporti, dove il paniere europeo del VII programma quadro mette in campo quasi 3,2 miliardi di euro. Il tasso di successo in questo campo realizzato nei primi quattro anni della programmazione è arrivato al 22,2%, in linea con quello dei principali Paesi europei, anche se sul versante delle risorse raccolte il dato italiano (11%) viaggia ancora a bassa quota rispetto a quello tedesco (19,15%) o francese (16,4%). Da segnalare, però, il netto miglioramento rispetto al periodo 2000/2007.
Il settore in cui un altro problema italiano appare evidente è quello del Programma Idee (7,5 miliardi di euro), che finanzia la ricerca libera e incentiva la mobilità dei ricercatori. Grazie al programma i ricercatori possono realizzare i progetti proposti in una struttura di un altro Paese europeo, ma la quota di quanti scelgono l'Italia è ai minimi; il Regno Unito, per esempio ottiene per questa via 380 milioni di euro, contro i nostri 112 milioni. La scarsa attrattività è un altro dei filoni su cui il lavoro congiunto fra università e imprese si dovrà esercitare, anche all'interno dei nuovi cda "aperti", per trasferire anche da noi le migliori performance internazionali.
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I numeri
AL TRAGUARDO
È la percentuale di successo delle proposte di ricerca a coordinamento italiano, quota più bassa rispetto al 21% del Regno Unito e al 18% della Francia
LA RIPARTIZIONE
È la percentuale di finanziamenti assegnata ai progetti di ricerca italiani sul totale del budget. L'Italia contribuisce però con il 13,4% delle risorse
Le intese precedenti tra atenei e aziende
01 | IL VALORE DEI BREVETTI
«Valutazione economico-finanziaria dei brevetti», accordo siglato nel 2008 dal Presidente Abi, dalla Vicepresidente Confindustria, Diana Bracco e dal Presidente Crui, Enrico Decleva
02 | L'INNOVAZIONE
«Sei azioni per l'università, la ricerca e l'innovazione», accordo siglato nel 2004 dal Vicepresidente Confindustria, Gianfelice Rocca e dal Presidente Crui, Piero Tosi
03 | LA RICERCA
Patto per il rilancio della ricerca e dell'innovazione in Italia, siglato nel 2003 dal Vicepresidente Confindustria, Pasquale Pistorio, e dal Presidente Crui, Piero Tosi
04 | LA RIQUALIFICAZIONE
Protocollo d'intesa «Per la formazione e la riqualificazione dei dirigenti delle istituzioni scolastiche», siglato dal Vicepresidente Confindustria Carlo Callieri e dal Presidente Crui, Paolo Blasi
05 | LA FORMAZIONE
Protocollo «La collaborazione Università-Industria per migliorare il Sistema Formazione Ricerca in Italia», siglato nel 1993 da Giancarlo Lombardi, Vicepresidente Confindustria, e dal Presidente Crui, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza

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