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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 06:41.

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Il regno del Bahrain ha scelto il know-how di un'azienda italiana, la Rodriquez cantieri navali, società del gruppo Immsi (che fa capo a Roberto Colaninno), per sviluppare il comparto dell'industria navale. Ieri, nell'ambito di un road show in Italia, il Bahrain economic development board ha firmato un memorandum of understanding con Rodriquez per lo sviluppo della cantieristica nel Paese. L'accordo servirà a potenziare il settore navale del Bahrein, spiegano i vertici di Immsi, «attraverso l'apporto delle esperienze che Rodriquez ha maturato in oltre 60 anni di attività».
Il gruppo italiano è specializzata nella costruzione di navi veloci hi-tech, per usi commerciali e militari nonché in imbarcazioni da diporto.
«In pratica – sottolinea l'ad Livio Corghi – abbiamo una tecnologia che ci permette di realizzare sia unità come cacciamine e pattugliatori, sia fast ferry per il trasporto merci e passeggeri. Nel settore yacht, poi, possiamo produrre imbarcazioni di piccole dimensioni ma anche scafi fino a 60 metri. In Bahrain avevano bisogno di un'azienda che fosse in grado di costruire barche di differenti tipologie. So che hanno cercato partner negli Stati Uniti e in Europa e, alla fine, hanno scelto noi».
Commentando la firma alla lettera di intenti, lo sceicco Mohammed bin Essa Al-Khalifa, ad del Bahrain economic development board, ha ricordato che «il Bahrain si sta affermando come un leader regionale dell'industria navale. Questo accordo, con uno degli operatori più affermati e tecnologicamente avanzati dell'industria navale internazionale, ci consentirà di ampliare questo settore oltre l'ambito commerciale e operativo, entrando anche nella cantieristica navale».
Per Michele Colaninno, alla guida del gruppo Immsi, «si tratta di un'opportunità di grande interesse. Questo accordo con il Bahrain, porta di ingresso al Golfo Persico e al suo mercato in costante crescita, ci offre un'opportunità di sviluppo e diversificazione in una regione centrale per le strategie future». Un concetto che Corghi esplicita ancora di più: «L'intesa è ancora da sviluppare nei particolari ma non escludiamo, più avanti, di poter aprire un cantiere in Bahrain».
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