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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 10:28.

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«Da sempre, fin dall'inizio della mia attività, ho cercato di rendermi utile socialmente. Non ne ho fatto mai vanto, ma ci sono occasioni in cui fa piacere esporsi così». Renzo Rosso – fondatore del marchio Diesel e presidente della holding Only the Brave (OTB) – parla in duplice veste di promotore di impresa sociale e padrone di casa.

Nella sede di Diesel Italia è andata in scena ieri sera la seconda edizione del concorso nazionale "Il più bel lavoro del mondo" dedicato a manager, imprenditori e neolaureati e ai loro progetti di start up d'impresa sociale. Il concorso è promosso da Make a Change, la prima organizzazione italiana per lo sviluppo del social business, nata nel 2009 per veicolare un'economia più responsabile e solidale.

«Make a Change – spiega Rosso al sole24ore.com – porta una visione moderna di come fare business, e creare nuovi posti di lavoro. Devo ammettere che oggi è per me un vero momento di crescita. Ho sempre guardato al sistema classico d'impresa, fatto di profitto e filantropia: devolvere quando ce n'è la possibilità. Ma veder partire delle attività che generano profitto da restituire socialmente è una cosa davvero eccezionale».

L'impresa sociale si distingue infatti per la capacità di generare revenue, remunerare il capitale, sia di debito che investito, e fare utili da riutilizzare per amplificare l'impatto sociale e ambientale.

Make a Change è un'associazione senza fini di lucro, i cui soci fondatori sono organizzazioni e persone diverse (manager, imprenditori, finanziari, professionisti) che operano eticamente in vari settori. E che sono spinte dal desiderio di promuovere una terza via tra profit e no profit. Monitorare lo sviluppo delle imprese a finalità sociale in Italia, incubare nuove social venture e stimolare la nascita di nuovi imprenditori sociali: «Persone che intendono cambiare le regole del gioco di un sistema economico e sociale che mostra il fianco ormai da anni», nelle parole del segretario generale Andrea Rapaccini.

La fondazione OTB di Renzo Rosso (nata nel 2008) ha trovato affinità di vedute e ha sposato la collaborazione. «Ci siamo conosciuti qualche mese fa ed eccoci già qui a organizzare il premio: un bel traguardo. Ci piace questo tipo di attività, la stiamo supportando e vorremmo continuare a farlo il più possibile. Ma vorrei anche che altri seguissero il nostro esempio». Rosso richiama il claim della campagna pubblicitaria Diesel, e il leit motiv diventato marchio: Be stupid. E dice: «L'approccio altruistico di queste persone può apparire "stupido" ma apre in realtà un nuovo modo di pensare l'economia. È necessaria, anche nel nostro Paese, una nuova forma di capitalismo dal volto umano. Oggi partecipiamo a questo evento per dare visibilità a questo tipo di imprenditoria e per dare una scossa al nostro "triste" mondo. ».

E la visibilità non è mancata. Né la voglia di far valere l'appoggio ai tre progetti finalisti (selezionati fra i 46 proposti quest'anno). L'edizione 2011 del più bel lavoro del mondo è andata al "Eye Assist" di Mattia Daldoss. Un software che elabora il movimento oculare dei pazienti affetti da patologie neurodegenerative e consente loro di comunicare tramite il pc. E che può essere distribuito a costi di gran lunga inferiori rispetto agli altri dispositivi presenti sul mercato. Il vincitore ha ricevuto un assegno di 30mila euro messo a disposizione da OTB foundation e la garanzia di un pacchetto di servizi finanziari da parte di Banca Prossima.

Ma con la complicità dei giudici – Nerio Alessandri (Technogym), Riccardo Donadon (H-Farm), Carlo Feltrinelli (Feltrinelli), Laura Iris Ferro (Gentium) e Daniela Bollino (key2People) - Rosso ha lì per lì inventato il premio al secondo classificato: 15mila euro, fuori programma, per il progetto editoriale di alfabetizzazione Plain Ink di Serena Biffi. A tutti i finalisti (compreso il terzo progetto, il birrificio sociale di Giorgio Bardizza) Make a Change assicurerà comunque l'accesso al servizio di crowdfounding del social network Shinynote.com, a partire dal 1 gennaio 2012.

«Mi piace molto comunicare con i fatti, con gli eventi – ci aveva detto poco prima Rosso – facendo vedere una possibilità diversa di fare le cose, più che parlarne o scriverne. Con la fondazione ho cominciato a lavorare sull'impresa sociale senza sapere ancora che si chiamasse così, per esempio supportando Water.org che si occupa di microcredito in Africa e consente alle famiglie di attingere a un prestito per rifornirsi di acqua e servizi igienici». Sull'Africa la OTB foundation, nata con l'obiettivo di supportare i giovani meno fortunati nel nord-est d'Italia, ha spostato il suo focus. E finora ha investito 11 milioni di euro in oltre 100 progetti per lo sviluppo sociale.

«Africa come punto principale. Ma poi una parte del "microtesoretto", il 10%, la destiniamo lì dove ha base l'azienda, ai semplici progetti della città di Bassano. L'iniziativa più recente è stata quella di regalare il wi-fi accessibile a tutti e gratuito. Poter comunicare è fondamentale. Ho un personale termometro di cosa pensano e vogliono i ragazzi. Lo sento tutti i giorni, ad esempio su Facebook dove sono molto attivo».

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