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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2011 alle ore 09:01.

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ROMA. Una doppia manovra fiscale per reperire risorse attraverso la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, con esclusione dei redditi bassi, accompagnata dalla rivalutazione dei valori catastali, il probabile aumento dell'Iva e una patrimoniale sui grandi patrimoni. Il relativo gettito sarà indirizzato alla riduzione del prelievo sul lavoro, con un primo, probabile intervento sull'Irap.

Due le opzioni allo studio: incremento delle detrazioni e ulteriore abbattimento della componente costo del lavoro dal calcolo della base imponibile dell'imposta. In tal modo si agirebbe direttamente sul cuneo fiscale, con benefici che sarebbero immediatamente percepibili.
Il governo Monti, con la fiducia ottenuta ieri anche dalla Camera è nella pienezza dei suoi poteri. E cominciano a prendere corpo le misure che faranno parte del primo pacchetto di interventi fiscali. L'indicazione del presidente del Consiglio è prima di tutto quella di 'blindare' i saldi della manovra di agosto. Si va con ogni probabilità verso una parziale revisione delle modalità di copertura della delega fiscale e assistenziale, attraverso il meccanismo della clausola di salvaguardia, da cui sono attesi 4 miliardi nel 2012 e 16 nel 2013.

Stando alle indicazioni che emergono a livello tecnico, la base di partenza sarà il lavoro svolto dalla commissione tecnica guidata da Vieri Ceriani, che ha individuato oltre 600 meccanismi agevolativi nell'ordinamento. Ma non si agirà attraverso tagli 'lineari', ma selettivi.

Quanto all'Iva, sono in corso calcoli e simulazioni. L'aumento di un punto dal 21 al 22% consentirebbe di incassare 4,2 miliardi, ma si sta ragionando anche su un eventuale intervento sull'aliquota agevolata del 10 per cento. L'intervento sulla tassazione sugli immobili va connesso con l'applicazione della futura Imu, la nuova imposta municipale unica che nella formulazione del decreto legislativo sul fisco municipale esclude le abitazioni principali.

Si è parlato di un possibile gettito aggiuntivo di 3,5 miliardi, ma evidentemente molto dipenderà dalla platea dei proprietari di immobili che ne saranno comunque esenti. Il governo Prodi aveva in proposito previsto l'abolizione di fatto dell'Ici per circa il 40% delle prime abitazioni.

Simulazioni in ogni caso, perché ancora non vi è un vero e proprio dossier istruito sui vari addendi della prossima manovra. Ci si muove al momento sulle indicazioni contenute nelle dichiarazioni programmatiche che Monti ha esposto in Parlamento. La constatazione è che il nostro Paese, tra i principali partner europei, è caratterizzato da un'imposizione sulla proprietà immobiliare «particolarmente bassa».

In prospettiva, potenziando in tal modo il dispositivo della legge delega, si immagina un percorso di redistribuzione del maggiore gettito atteso dalla lotta all'evasione, che dovrebbe servire ad abbattere il prelievo sui redditi e sulle imprese. Monitoraggio della ricchezza prodotta, primo di tutto, promette il neo presidente del Consiglio.

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