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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
Cambio al vertice in uno dei principali gruppi del capitalismo familiare italiano. Ieri la Barilla ha annunciato che Massimo Potenza non è più il numero uno operativo del gruppo. Con una nota Guido, Luca e Paolo Barilla (il primo presidente e gli altri due vice-presidenti) hanno comunicato «l'avvenuta cessazione del rapporto di lavoro con l'amministratore delegato, Massimo Potenza». Una scelta traumatica, un licenziamento.
Naturalmente, come succede in questi casi, la famiglia Barilla ha ringraziato per «il contributo altamente professionale prestato e per i risultati raggiunti in questi anni, augurandogli ogni successo per il futuro».
Ma, al di là dei convenevoli, rimane la scelta di un cambio al vertice, in un passaggio estremamente complesso. «In un momento così particolare per i mercati, caratterizzato da profondi e repentini cambiamenti, e di fronte alle importanti sfide che ci attendono - spiegano ancora da Parma - abbiamo sentito l'esigenza di assicurare alla Barilla una leadership coesa, con una visione e conduzione strategica che garantiscano continuità e sviluppo, lungo il percorso già intrapreso».
Per questa ragione, una delle principali imprese dell'agroalimentare italiano adesso ha un problema non irrilevante da risolvere: trovare un nuovo capo operativo. «In quest'ottica, ci impegniamo a ricercare e garantire quanto prima alla nostra azienda il leader che ci accompagnerà nei prossimi anni», spiegano nella nota Guido, Luca e Paolo Barilla. I quali, nel frattempo, guideranno l'azienda, in forza delle deleghe di cui già dispongono, con la collaborazione e il supporto del Comitato di direzione, a cui hanno ribadito la totale fiducia.
Potenza, una carriera spesa tutta a Parma, era diventato amministratore delegato del gruppo due anni e mezzo fa, al posto di Bob Singer, il manager che aveva dovuto gestire soprattutto la parte finanziaria dopo l'acquisto della tedesca Kamps. Una operazione, quella tedesca, che si è rivelata un problema non da poco, per la multinazionale di Parma. Ora, però, parte la ricerca di un nuovo top manager per quello che è uno dei primi gruppi alimentari nazionali, leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. E non sarà facile trovare una persona in grado di gestire una macchina industriale, logistica, commerciale e finanziariA tanto complessa. Basta ricordare che Barilla ha 43 siti produttivi (13 in Italia e 30 all'estero) ed esporta in più di 100 Paesi. Dalle sue fabbriche del cibo escono ogni anno circa 2,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. Il suo portafoglio marchi include alcuni dei brand italiani più noti al mondo, come Mulino Bianco, Voiello e Pavesi.
Sotto il profilo dei numeri il gruppo di Parma ha chiuso il 2010 con un fatturato consolidato di oltre 4 miliardi di euro. La gestione operativa ha registrato un Ebitda ricorrente pari a 556 milioni di euro, un risultato ottenuto nonostante la contrazione dei consumi abbia prodotto una forte compressione competitiva sull'intero settore, italiano e non solo. In particolare, a questi 556 milioni di euro hanno contribuito la crescita degli Stati Uniti, dove ormai il gruppo può contare su una posizione molto solida dato che ha il 29% del mercato della pasta, il miglioramento della marginalità di Lieken e una serie di riduzioni dei costi effettuate a ogni livello del gruppo.
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