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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 08:37.

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BRUXELLES. «Sono molto lieto che il professor Grilli sia qui oggi nella sua nuova veste». Mario Monti «presenta» ai giornalisti il neo viceministro all'Economia, che dopo la nomina si è dimesso dall'incarico di responsabile del Comitato economico finanziario europeo. Il premier gli affida il compito di entrare più nel dettaglio dei singoli punti trattati nel corso dell'Eurogruppo e dell'Ecofin, e della manovra che verrà approvata il 5 dicembre.

Prima di tutto - annuncia Grilli - c'è il disco verde «alle garanzie per il funding a medio e lungo termine nei singoli paesi. Alcuni di noi sperano in un eventuale maggiore livello di mutualizzazione, ma ancora non ci siamo». La Commissione europea - aggiunge - «renderà noto l'aspetto importante sull'operatività delle garanzie e l'importanza dei criteri comuni con cui verranno vendute dagli stati le garanzie a proprie istituzioni finanziarie».

Quanto all'Italia, la visita degli ispettori del Fmi avrà luogo dopo il vertice europeo dell'8 e 9 dicembre. «Avevamo dei compitini da fare». A Cannes era stata annunciata «una missione di verifica». Si è convenuto di programmarla comunque dopo il 5 dicembre, giorno in cui il governo varerà la manovra, e di attendere ancora qualche giorno per verificare l'esito del nuovo eurosummit.

Grilli illustra gli interventi anticrisi in cantiere, e conferma che serviranno, fra l'altro, a compensare gli effetti sul deficit del rallentamento della crescita nel 2012, «costituendo in tal modo quei buffer, quei margini di assorbimento, chiesti dalla Commissione europea». Nel rapporto illustrato da Olli Rehn, il mancato rispetto degli obiettivi di deficit, in assenza di una nuova correzione, «è interamente collegato al deterioramento del ciclo economico». Prima di tutto si tratta di assicurare la «piena realizzazione» della doppia manovra correttiva varata la scorsa estate dal precedente governo, poi occorre definire gli ulteriori interventi «nell'area delle riforme strutturali che avranno un impatto importante sul deficit». Interventi - assicura - che saranno sufficienti per coprire gli effetti negativi del ciclo. L'obiettivo del pareggio di bilancio è confermato, «e non solo nel 2013», spiega Grilli poiché il vincolo costituzionale renderà quel traguardo stabile nel tempo».

Per Grilli non vi è una particolare preoccupazione per le banche italiane: «Il problema riguarda le banche europee. Quando si parla di garanzie occorre essere coerenti e attenti a come esse vengono prezzate». Potrebbero essere necessarie garanzie per il settore bancario anche «per il mercato del debito sovrano», ma certo non possiamo «autogarantire i nostri titoli pubblici con altri titoli pubblici». Quanto alla possibilità di utilizzare titoli del debito in caso di privatizzazioni, per Grilli il vero tema è come rendere i titoli più sicuri: e dunque la garanzia è ridurre il debito anche attraverso i proventi delle privatizzazioni. Sul ricorso al Fondo salva-stati, Grilli sfuma: «Vedremo quando si sarà chiarito il percorso», con riferimento all'intreccio tra il ruolo dell'Efsf, la possibile estensione del raggio di azione della Bce, per ora circoscritto agli interventi sul mercato secondario, e infine il ruolo del Fmi. «Non si è discusso di alcun programma per l'Italia», conferma il vice ministro. Infine il «BTp-day». Per Grilli non si è trattato di «una goccia nel mare». Al contrario l'operazione ha consentito di «rendere comprensibile a tutti «i problemi quotidiani per rifinanziare il debito» e come funzionano gli strumenti finanziari. (D. Pes.)

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