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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 08:40.

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ROMA. «Non è il momento di porre veti. Qui bisogna salvare il paese: o ci salviamo tutti o perdiamo tutti». Emma Marcegaglia parla al termine del direttivo di Confindustria, dove si è parlato delle misure che il governo sta studiando e dei problemi che si trovano ad affrontare le imprese in questo periodo, a partire dal credito. Subito dopo, si è recata al ministero dello Sviluppo, per incontrarsi con il ministro Corrado Passera, insieme alle altre organizzazioni imprenditoriali, e discutere sulle misure per la crescita.

«Di fronte alla crisi dell'eurodebito ormai di intoccabile non c'è più niente», ha detto la presidente di Confindustria, rispondendo alla numero uno della Cgil, che ha definito un numero «magico e intoccabile» i 40 anni di contributi per andare in pensione. «Certamente credo che vadano toccate le pensioni e 40 anni non è un numero invalicabile», ha detto la Marcegaglia. Precisando però: «siamo d'accordo che la manovra debba essere equa: bisogna che paghino tutti e non solo i pensionati. Fermo restando che in realtà non pagherebbero ma si tratterebbe di lavorare un pò di più, come succede in tutti i paesi del mondo perchè da nessuna parte si va ancora in pensione a 58 anni. Si va molto più tardi».
Per la presidente di Confindustria, che ha ribadito la disponibilità alla patrimoniale, è necessaria una manovra da 20 miliardi e che sia da fare in fretta, «bene la data del 5 dicembre». Ma occorre anche puntare allo sviluppo. E ieri sera, dopo il direttivo, è stato questo il tema discusso al tavolo con il ministro Passera. All'incontro erano presenti il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, il presidente di Rete Imprese Italia, Ivan Malavasi, Luigi Marino, presidente dell'Alleanza delle cooperative, Fabio Cerchiai, nuimero uno di Ania (assicurazioni): si tratta cioè delle organizzazioni imprenditoriali che hanno preparato a fine settembre il manifesto per il risanamento e la crescita.

Servono tutti e due gli ingredienti: «insieme al taglio strutturale della spesa, con interventi che diano il pareggio di bilancio, servono misure che accompagnino la crescita perchè il paese è in recessione. Bisogna fare attenzione che facendo questa manovra forte, assolutamente necessaria, non si ammazzi del tutto l'economia», ha detto la Marcegaglia. Passera starebbe pensando a misure per aiutare le imprese sulla questione credito, rafforzando Confidi e fondo di garanzia, a misure su ricerca e innovazione, rilancio dell'internazionalizzazione, semplificazione delle norme sulle infrastrutture, sgrafi fiscali per le imprese che si ricapitalizzano (ace).

Nel documento presentato a fine settembre dalle imprese ci sono una serie di indicazioni sia su una riduzione strutturale della spesa, sia su come rilanciare la crescita. Primo capitolo, è riduzione della spesa pubblica e riforma delle pensioni (aumento dell'età pensionabile e abolizione dell'anzianità): un tema su cui ieri è intervenuto anche il vice presidente per le relazioni sindacali, Alberto Bombassei: «l'età della pensione dovrà crescere, dobbiamo adeguarci agli standard europei». E alla Camusso: «i 40 anni sono un numero magico forse perchè rimpiange i suoi».

Oltre a questo intervento, fondamentale secondo le imprese per una riduzione strutturale dei conti pubblici, ci sono misure per rimettere in moto l'economia: una riforma fiscale, che riduca le tasse su imprese e lavoratori, liberalizzazioni, dismissioni del patrimonio pubblico, rilancio delle infrastrutture. Con le imprese, e la Marcegaglia ieri lo ha ribadito, che sono pronte a fare la propria parte, disponibili alla patrimoniale ordinaria e all'Ici.

Con l'esecutivo ci sono già stati in questi giorni contatti e incontri informali. E si parla di una convocazione delle parti sociali da parte del governo prima del consiglio dei ministri di lunedì. Ma non è nemmeno escluso che Mario Monti si limiti a contatti con le varie organizzazioni sia in prima persona che da parte dei singoli ministri. «Farò appello, visto che siamo in una situazione delicata al fatto che certi passaggi, modalità e ritualità non sarebbero a vantaggio del paese», ha detto Monti ieri. Un messaggio che l'obiettivo è stringere i tempi. E se l'incontro uficale con le parti dovesse avvenire, probabilmente sarà per comunicare i provvedimenti del governo, non per avviare una trattativa.

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