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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2011 alle ore 06:42.

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MILANO
Oltre 700 incontri faccia a faccia per cementare un rapporto tra produttori e mercati giovani. Da oggi più di cento imprese agroalimentari del Mezzogiorno incontrano a Napoli 25 buyer esteri provenienti dalla Russia e dalla Repubblica Ceca nel quadro di "100 Imprese – Mediterranean Taste", l'iniziativa organizzata da UniCredit, con il patrocinio del ministero dello Sviluppo economico, delle Regioni Campania e Puglia e la Cdc di Napoli e che ha l'obiettivo di sostenere le imprese vitivinicole, conserviere e delle paste alimentari che puntano sui mercati dell'Europa Centro orientale.
«Mediterranean Taste – osserva Felice Delle Femine, responsabile Centro sud Italia di UniCredit – è una tappa del percorso che stiamo realizzando per sostenere e sviluppare il processo di internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno».
«Un'iniziativa molto importante – valuta Antonio Ferraioli, ad del gruppo agroindustriale La Doria, 470 milioni di fatturato quest'anno – anche perché è subito operativa e si rivolge a 150 milioni di consumatori. Peraltro nella Repubblica Ceca siamo ben posizionati, fatturiamo circa due milioni, realizzati attraverso grandi catene come Tesco e Kaufland. In Russia invece siamo poco presenti e quindi, superati i problemi logistici, è un terreno di sviluppo».
«In Russia – dichiara Armando de Matteis, presidente dell'Agroalimentare De Matteis – siamo già presenti, come in altri 39 mercati, con la pasta a marchio del distributore. Ma vogliamo sfruttare il momento favorevole per il made in Italy per rafforzare la nostra presenza. Quest'anno cresciamo del 15% a 90 milioni di ricavi».
«Non siamo presenti nei due paesi dell'Est – sottolinea Luigi Rubino, produttore vinicolo salentino delle Tenute Rubino – per noi è un'opportunità. Oggi l'80% dei 5 milioni di fatturato è realizzato all'estero, nella distribuzione Horeca ma ci piacerebbe operare anche attraverso la grande distribuzione».
Per l'alimentare tricolore è un momento magico: l'export continua a crescere a due cifre. E al Sud, nel primo semestre del 2011, l'export di bevande è balzato del 9,9% a 69 milioni mentre quello alimentare del 4,6%, a oltre 761 milioni. Significativo l'import russo di vino, cresciuto in volume dell'80%: in 5 anni è passato da un giro d'affari di 300 milioni a un miliardo di dollari. Nel 2010 l'export di vino italiano in Russia è passato da 60 a 110 milioni di euro; la pasta da 18 a 25 e i succhi di frutta da 3 a 8,5. Il mercato russo è talmente importante che ora si passa agli investimenti diretti: in ottobre De Cecco ha perfezionato l'acquisizione del produttore locale Pmk per complessivi 70 milioni di euro mentre la scorsa estate la veronese Zuegg ha inaugurato, vicino a Mosca, uno stabilimento per la produzione di semilavorati di frutta costato 35 milioni.
«In Russia – aggiunge Ferraioli – l'85% del commercio è ancora guidato dai piccoli negozi e la distribuzione è un tema non facile. D'altro canto però le catene Metro, Auchan e XFive hanno margini di crescita notevoli».
«In quell'immenso Paese – conclude De Matteis – scoprono i gusti occidentali ma hanno anche capito che la pasta è un prodotto anticiclico: con un chilo mangiano in dieci persone».
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