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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2011 alle ore 16:26.

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Non conosce la crisi il mercato del falso: solo in Italia vale tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro nel 2010 (come nel 2008), senza contare la quota di merci contraffatte che partono dal nostro Paese. Abbigliamento e accessori, cd e dvd, alimentari e tabacchi ma anche farmaci e giocattoli sono i prodotti di maggiore "appeal". E il made in China si conferma, a livello globale, la fonte principale di merci contraffatte, mentre con l'exploit delle vendite on-line si è parallelamente amplificato il fenomeno.

È il quadro che emerge da un'analisi realizzata da Confindustria in occasione della seconda Giornata nazionale anticontraffazione, organizzata insieme al ministero dello Sviluppo economico. Secondo le stime del Wto, i beni contraffatti ammontano all'8% del commercio mondiale, mentre l'Ocse quantificava nel 2009 in 250 miliardi di dollari il giro d'affari della contraffazione a livello globale. In Italia nel 2009, evidenzia il rapporto, l'Agenzia delle Dogane ha sequestrato oltre 12 milioni di prodotti, costituiti soprattutto da articoli di abbigliamento, tabacchi e settore audiovisivo. La Guardia di Finanza ha requisito nel 2009 un totale di più di 112 milioni di pezzi di cui oltre 69 milioni per contraffazione, più di 13 milioni per la tutela del Made in Italy e circa 30 milioni per la violazione di norme sulla sicurezza dei prodotti.

Secondo le stime del Censis (2009), si rileva ancora nell'indagine, la sconfitta della contraffazione garantirebbe circa 130 mila unità di lavoro aggiuntive, mentre, se si riportasse sul mercato legale il valore della contraffazione stimato in Italia (7 miliardi di euro) si genererebbe una produzione aggiuntiva, diretta e indotta, per un valore di quasi 18 miliardi di euro ed un valore aggiunto complessivo di circa 6 miliardi di euro.
La contraffazione e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale (Ipr) continuano così a rappresentare una «significativa minaccia» per il sistema economico e produttivo, con una «incidenza significativa» nel nostro Paese. È dunque «evidente l'improrogabile urgenza di definire ed attuare misure efficaci per invertire significativamente, una volte per tutte, una tendenza che da troppi anni è in crescita nel nostro Paese, che ha inflitto danni enormi alla credibilità ed alla sua immagine, nonch‚ alla sua competitivit… industriale, alla sua capacità di attrarre investimenti soprattutto nei settori maggiormente innovativi, di creare nuovi posti di lavoro, di assicurare adeguate condizioni di ordine pubblico e di sicurezza e di ridurre il potere delle organizzazioni criminali che detengono il monopolio della cosiddetta "filiera del falso"». (Ansa)

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