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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
L'Italia torna in gioco in Europa anche sulla questione dei brevetti. Resta in piedi il ricorso promosso dal precente governo sul trilinguismo ma viene rivista la decisione di restare fuori anche dall'accordo per la costituzione della Corte europea dei brevetti, il nuovo organismo giurisdizionale che avrà competenza anche sui brevetti che inventori e imprese italiani vorranno tutelare in Europa.
Al Consiglio Ue competitività nel tardo pomeriggio di lunedì, Enzo Moavero Milanesi, che partecipava per la prima volta nella veste di ministro degli Affari europei, ha corretto parzialmente la rotta del precedente Governo, aderendo all'accordo internazionale (non limitato quindi ai membri Ue) per la costituzione del sistema giurisdizionale unico per i brevetti. Da questo momento in poi, dunque, l'Italia parteciperà a pieno titolo, come parte contraente, ai negoziati per la definizione del trattato costitutivo del tribunale internazionale.
Nei mesi scorsi, Italia e Spagna si erano opposte alla decisione comunitaria di adottare il trilinguismo per la registrazione dei breveti industriali in sede europea (francese e tedesco, oltre all'inglese). La cooperazione rafforzata (in sostanza, un accordo limitato a i soli paesi membri che accettano il trilinguismo) è contestata dal Governo italiano con due motivazioni. Primo: il trilinguismo è una semplificazione incompleta e discriminatoria; dunque, o si allarga alle lingue principali, italiano compreso, o si limita all'inglese. Secondo: l'Italia contesta l'uso della cooperazione rafforzata in una materia come quella dei brevetti che è di mercato interno. Per sua natura, ricordano fonti autorevoli, il mercato interno dell'unione ha una forte connotazione inclusiva, al contrario dello strumento della cooperazione rafforzata che esclude uno o più paesi membri da un processo comunitario. Restare fuori da questo accordo comporterà per gli inventori italiani la necessità di registrare due volte i brevetti, in Italia e in Europa. È un aggravio, certo, rispetto a quanto accadrebbe se l'Italia aderisse alla cooperazione rafforzata, ma con conseguenze giudicate limitate.
È fondamentale, invece, che l'Italia partecipi alla costituzione del tribunale internazionale dei brevetti perché è da questo che comunque verranno giudicate le controversie sia sui brevetti registrati in base all'attuale convenzione di Monaco che su quelli futuri.
Soddisfatta la Confindustria che auspica l'adesione del Governo anche all'accordo per il brevetto unitario.
twitter: giuseppe chiellino
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