Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2011 alle ore 06:41.

My24


MILANO
Gli yacht di Ferretti sono pronti a diventare cinesi. Questa volta, dopo mesi di incertezze e colpi di scena, sembra sia arrivata la soluzione per la storica casa nautica travolta da 600 milioni di euro di debiti. Secondo quanto riferito da indiscrezioni finanziarie, la conglomerata asiatica Shandong Heavy Industry Group (Shig), che già a inizio autunno aveva corteggiato Ferretti, ha trovato l'accordo con Rbs, il gigante finanziario britannico che è tra i principali creditori e che rappresentava l'ultimo ostacolo.
Nei giorni scorsi Shandong – sollecitata anche da Mediobanca – aveva già trovato l'intesa con gli altri due principali creditori, cioè il fondo californiano Oaktree e l'hedge fund newyorkese Strategic Value Partners. Ieri, poi, il gruppo cinese, assistito dai consulenti di Citigroup e dallo studio legale Bonelli Erede Pappalardo, ha sistemato l'ultima casella che le mancava, quella di Rbs. Già nelle scorse ore una lettera sarebbe stata inviata al consiglio di amministrazione della Ferretti, assistita dall'advisor Hsbc, per prendere visione dell'intesa appena raggiunta. Ma l'accordo raggiunto, e su cui si attende l'ok definitivo, sarà leggermente diverso rispetto a quello ipotizzato in precedenza: la base di partenza è che tutti i creditori avranno lo stesso trattamento, sia i principali finanziatori (Oaktre, Svp e la banca britannica) sia tutti gli altri lenders. Entrambi potranno uscire da Ferretti alle medesime condizioni. In particolare, l'operazione prevede che Shandong compri gran parte del debito in mano agli attuali creditori. La transazione avverrà, da una parte, rilevando, in contanti, una fetta di debito; l'altra, rifinanziando la società che alla fine si troverà con debiti per soli 100 milioni di euro rispetto ai 600 attuali. In questo modo gran parte dei creditori usciranno definitivamente dalla partita Ferretti. Ma il piano di salvataggio prevede un secondo passaggio: Shandong inietterà risorse fresche per circa 180 milioni, delle quali 100 milioni di equity (cioè risorse proprie) e altri 80 milioni come working capital facility. I 100 milioni di mezzi freschi saranno forniti in maggioranza da Shandong e, in parte minore, da Rbs e Strategic Value Partners. Alla fine del piano ne uscirà una Ferretti risanata dove la conglomerata asiatica avrà tra il 70-75% della compagine e dove soci di minoranza saranno Rbs e Svp con una piccola quota anche all'attuale management.
Il piano di salvataggio è tuttavia subordinato all'approvazione della procedura di 182 della legge fallimentare da parte del Tribunale: meccanismo che ha anche bisogno del via libera di almeno il 75% dei creditori. E su quest'ultimo punto Shandong sembra essere in una botte di ferro: con l'acquisto della posizione debitoria di Oaktree e Svp la società cinese aveva già in mano il 63% dei finanziamenti. Con l'aggiunta di Rbs arriverà alla soglia del 75 per cento. La procedura di 182 bis è inoltre ormai pronta grazie al lavoro dello studio La Croce. Sembra così arrivato a un esito il salvataggio dell'azienda italiana: Un salvataggio in zona Cesarini con il passaggio di mano ai cinesi. Il prezzo da pagare per non portare i libri in Tribunale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi