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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
La Nutella più forte della crisi che ha colpito il carrello della spesa. O forse gli italiani addolciscono gli effetti della recessione con cucchiaiate di pane e Nutella. Non è una battuta se si pensa che la Nutella detiene una quota di mercato dell'86% nelle creme spalmabili a base di cioccolato.
Il bilancio civilistico 2010/11 della Ferrero Spa si è chiuso (allo scorso 31 agosto) con ricavi record, in crescita del 7% a 2,502 miliardi. Ferrero Spa è la consociata italiana del colosso piemontese Ferrero che approverà il bilancio consolidato soltanto tra qualche mese.
Il trend del gruppo alimentare è in controtendenza rispetto alla domanda del mercato italiano che, quest'anno, registrerà un dato negativo, anche se l'export, compreso quello di dolciari, cresce a due cifre.
L'esercizio di Ferrero comunque è più dolce grazie alla Nutella (che ha quasi 50 anni), ai confetti rinfrescanti Tic Tac, agli ovetti Kinder al cioccolato e agli snack che hanno sostenuto la crescita dei volumi, con performance comprese tra il +3,4% e il +8,3% rispetto all'esercizio precedente.
L'utile netto dell'esercizio è risultato di 110,7 milioni di euro, in netto calo rispetto ai 144,3 milioni dell'anno prima. La contrazione del dato è determinata da accantonamenti fiscali prudenziali non ricorrenti in seguito alla definizione con il fisco (ma senza sanzioni) di alcune poste di bilancio relative a periodi d'imposta precedenti.
Il flusso di liquidità generato dalla gestione reddituale ammonta a 191,4 milioni nonostante nuovi investimenti produttivi per 105,3 milioni. Questi ultimi per l'azienda dolciaria sono «irrinunciabili e finalizzati al miglioramento della qualità e della freschezza nei quattro stabilimenti produttivi italiani» che impiegano circa 6.600 addetti. Il comunicato della multinazionale di Alba non dice nulla sul Mol di quest'anno, anche se nel 2010 era indicato in 268 milioni. Per il resto, in soccorso arriva l'analisi di R&S Mediobanca che sul bilancio Ferrero Spa del 2009/10 determina l'export in circa il 35% del fatturato, oltre 800 milioni.
Le quote di mercato dei prodotti Ferrero in Italia sono mediamente di grande rilievo: nelle tavolette di cioccolato il marchio Kinder ha una quota di circa il 15%; nelle praline, la squadra costituita da Mon Chéri, Pocket Coffee, Rocher e Raffaello si ritaglia una quota del 36% e nelle uova di cioccolato quasi il 20%, seguito dal marchio Perugina della scuderia Nestlé; nei pastigliaggi, Tic Tac e Mon Amour sono vicini al 16%. Infine negli snack è quasi un monopolio: i brand Duplo, Kinder e Tronky arrivano oltre il 60%, seguiti dalla Dolma-Mars.
R&S Mediobanca fa luce anche sul consolidato 2010 della lussemburghese Ferrero International: su 6,6 miliardi di ricavi dell'anno scorso, l'Italia rappresenta poco più del 20%; i Paesi Ue pesano per il 60% e le Americhe per il 10%. Il Mol arriva a 1,1 miliardi e l'utile è di 653 milioni.
Quello di ieri è stato il primo bilancio di Ferrero Spa dopo la tragica scomparsa di Pietro Ferrero, nell'aprile scorso durante una missione di lavoro in Sud Africa. Recentemente la cooptazione di Umberto Quadrino, ex amministratore delegato di Edison, come consulente di Michele Ferrero aveva alimentato inidiscrezioni su una possibile nomina del top manager al vertice della multinazionale del dolciario. La notizia è stata però smentita da Alba, recentemente anche da Paolo Fulci, presidente di Ferrero Spa. Fulci ha precisato che Quadrino è consulente per gli aspetti legali o scientifici e che la famiglia continuerà a guidare il gruppo.
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