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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2011 alle ore 06:40.

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Impennata delle bollette dell'acqua potabile tra il 2000 e il 2011, secondo le rilevazioni diffuse ieri dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre. Ma, per Federutility, «abbiamo ancora le tariffe tra le più basse del mondo, con il risultato che gli italiani sprecano l'acqua e che non abbiamo soldi per fare investimenti nelle reti e nella depurazione, dove a breve si aggiungeranno sanzioni da parte della Ue». A sostenerlo è Adolfo Spaziani , direttore generale di Federutility, che replica alle statistiche. «Sulle bollette dell'energia – sottolinea ancora Spaziani – pesano i costi internazionali delle materie prime e la pressione fiscale».
L'analisi della Cgia di Mestre mette in fila i maggiori rincari degli ultimi undici anni: l'acqua potabile guida la classifica (+70,2%) davanti alle bollette sui rifiuti (+61%) che, sottolinea l'ufficio studi veneto, «sono aumentate più del doppio del costo della vita (+27,1%)».

La Cgia ha analizzato l'andamento dei prezzi delle tariffe dei servizi pubblici, avvenuto tra il 2000 ed i primi 10 mesi del 2011. Le tariffe dei servizi pubblici, a esclusione della telefonia, hanno subito aumenti boom. I biglietti dei trasporti ferroviari, ad esempio, sono aumentati del + 53,2%, seguiti dai pedaggi autostradali, con un incremento del + 49,1%, dal gas, con una crescita del +43,3% e dai trasporti urbani, con una variazione del +39,5 per cento. Nella parte bassa della graduatoria troviamo i servizi postali (+30,4%), l'energia elettrica (+26,2%) ed i servizi telefonici (-11%). Quest'ultima, è l'unica voce tariffaria che nel periodo preso in esame ha registrato una contrazione negativa. Nel periodo pre-crisi 2000-2008, a fronte di una crescita dell'inflazione del +21,1%, gli aumenti più consistenti sono avvenuti nella raccolta rifiuti (+42%), nelle tariffe del gas (+38,7%) e nell'energia elettrica (+36%). Tra il 2008 e il 2011, invece, le impennate più decise le hanno subite acqua (+25,5%), biglietti dei trasporti ferroviari (+23,6%) e pedaggi autostradali (+16,6%). In questo periodo, l'inflazione è aumentata del 4,9%. «Capisco – afferma Spaziani – che i dati su aumenti tariffari a due cifre dei servizi pubblici, facciano effetto, ma se si ha un pò di dimestichezza con i numeri ci si rende conto che in undici anni, con l'introduzione dell'euro e l'aumento del costo delle materie prime, i servizi pubblici sono perfettamente in linea, anzi più rigidi, rispetto a qualsiasi altro settore dell'economia».
C. A. F.

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