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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2012 alle ore 06:42.
W Monti, W le accise! Alla OilOne di Via Gallarate a Milano festeggiano l'aumento recente delle addizionali sui carburanti. Venti macchine sono in coda per rifornirsi, gli aumenti arrivano per tutti ma al crescere del prezzo sale anche la propensione al risparmio. «È così tutto il giorno – ci spiega la titolare – e gli altri distributori qui attorno sono arrabbiati neri».
Percorrere dal centro la lunga arteria milanese è un corso accelerato di concorrenza. Si parte con un distributore Agip, 1,696 per un litro di benzina. Qualche centinaio di metri più avanti Agip scende a 1,665 mentre proprio di fronte Esso ribatte con 1,641. Trenta metri oltre il risparmio si rafforza, e Shell scende a 1,624. Altri venti metri e scopriamo la fonte salvifica, OilOne, distributore indipendente che vende a 1,613 al litro, il prezzo più basso della zona. In pochi metri quasi dieci centesimi di differenza al litro, fanno 5 euro per ogni pieno, oggi più che mai un risparmio che fa gola. Attraversiamo la strada e andiamo da Shell, dove qualche auto si ferma, mentre i distributori vicini sono deserti. «Da quando sono arrivati – ci spiega il titolare guardando la fila di auto dall'altro lato della strada – abbiamo ridotto i prezzi di 4-5 centesimi, del resto per vendere non c'è altro modo».
Il caso di Via Gallarate - dove l'erogato giornaliero del distributore indipendente arriva anche a 25mila litri al giorno – è comune a molti altri "no logo", che proprio in questa fase di rincari a raffica sperimentano un aumento di clienti e volumi, mentre i distributori vicini dei colossi del settore riducono progressivamente i prezzi per cercare di tamponare l'emorragia. Le rilevazioni medie di ieri sono eloquenti, Quotidiano Energia stima per benzina e gasolio un risparmio medio di 8-9 centesimi al litro per i no logo, anche se il gap rispetto alle maggiori compagnie si riduce nella modalità self-service e quasi si annulla, come si è visto, nei punti vendita di prossimità.
«Abbiamo appena aperto in Liguria – ci confida il gestore di un'altra catena – e la pompa più vicina ha ridotto i prezzi di dieci centesimi. Certo, che un piccolo no-logo detti la politica di una multinazionale fa un po' sorridere...». In Italia si contano ormai oltre 2mila "indipendenti", alcuni collegati alla grande distribuzione, per sfruttare il traino della clientela di iper e supermercati. «A dicembre – ci spiega Giuseppe Brambilla di Civesio, amministratore delegato di Carrefour – i nostri 25 distributori hanno aumentato i volumi del 7%. Dumping? Niente affatto, teniamo i prezzi bassi ma l'attività chiude l'anno in utile, non abbiamo alcuna intenzione di tenere aperta una divisione in perdita e apriremo quest'anno altri 3/4 siti». Piani di sviluppo anche per Coop, che intende salire da 4 a 15 stazioni entro il 2013, arrivando a un erogato di 210 milioni di litri all'anno. Aumento di volumi rilevante in questi giorni anche per San Marco Petroli, gruppo veneto con oltre 100 distributori, di cui 20 a gestione diretta. «A dicembre cresciamo a doppia cifra – spiega l'ad Pierpaolo Perale – e le accise sono un incentivo in più per venire da noi, così i distributori bianchi riescono a contenere i danni». L'obiettivo del gruppo è aprire nel 2012 altri 6-7 punti vendita.
Più ambizioso il piano della veneta Costantin, 40 punti vendita con un piano di oltre 20 aperture nel 2012 e crescita dei volumi del 15% a dicembre. «L'obiettivo – racconta il direttore Nicola Cavatton – è crescere rilevando distributori il cui contratto è in scadenza, lo stiamo facendo ad esempio con otto siti ex-Ip. Come li convinciamo? L'aumento dei volumi è la nostra arma, chiediamo di abbassare i margini ma offriamo le quantità. A Bassano del Grappa abbiamo rilevato un Total che erogava due milioni di litri l'anno, ora siamo passati a dieci...». Strada analoga per la piemontese Centro Calor, erogato in crescita del 4% nel 2011 a parità di rete e 14 punti vendita attivi. «A dicembre – racconta l'ad Rocco Cantatore – abbiamo rilevato due distributori ma non vedo una "fuga" dai big, i grandi gruppi non stanno a guardare. Ogni volta che apriamo fanno una concorrenza mirata riducendo i prezzi, ormai per convincere le famiglie conta anche il millesimo».
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LA DISTRIBUZIONE
22.900
Rete in Italia
Le ultime stime dell'Unione petrolifera evidenziano in Italia 23mila stazioni di servizio. Il numero massimo è stato raggiunto nel 1970, con 40mila siti, da allora la discesa è stata costante
2mila
Distributori indipendenti
Il numero dei no logo è stimato in circa 2mila unità, per una quota a volume vicina al 10%. Le catene hanno dimensioni variabili, da poche unità (Mirina ad esempio ne ha solo 4) a oltre 100, come la nordestina San Marco Petroli
8 cent
Divario di prezzo medio
Le rilevazioni di Quotidiano Energia evidenziano prezzi no- logo medi a 1,66 e 1,615 per benzina e gasolio. Si tratta in media di 8 cent di divario rispetto ai "big" con servizio
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