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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2012 alle ore 06:42.

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I più sfortunati sono gli abitanti delle regioni del Centro. Ieri, dopo i nuovi ritocchi delle compagnie petrolifere, la benzina è arrivata in alcuni casi a sfondare quota 1,80 al litro, con il massimo di 1,843 per il "servito" in provincia di Ancona, mentre il diesel è ormai mediamente sopra 1,7 euro con un picco di 1,82 in Trentino e livelli poco al di sotto di quota 1,80 lungo la Torino-Savona. La reazione dei consumatori è quella prevedibile: in parte riducono i consumi (-6% per la benzina nel 2011), in parte cercano alternative meno costose come i no logo (si veda altro articolo in pagina) oppure oltreconfine, con code di automobilisti liguri segnalate a Mentone in Francia (con risparmi che raggiungono i 20 centesimi al litro), mentre sul web impazza l'applicazione "prezzi benzina", con 10mila utenti al giorno che cercano di decidere dove conviene rifornirsi.
E i rialzi nei prossimi giorni potrebbero proseguire, come stima Figisc Confcommercio. «Viste le quotazioni internazionali e la struttura del mercato italiano – spiega il presidente Luca Squeri – vi sono le condizioni per un aumento in media di un altro centesimo al litro». In allarme le associazioni dei consumatori: il comitato Casper contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori) invita i cittadini ad astenersi dal fare rifornimento anche oggi. «Di questo passo, e senza interventi urgenti da parte del Governo – spiega il comitato – la benzina raggiungerà quota 2 euro al litro entro i primi di marzo, con effetti catastrofici per le tasche dei cittadini e per la nostra economia. I consumatori sono pronti a revocare lo sciopero solo se il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, deciderà di convocare a un unico tavolo di confronto l'Unione petrolifera, le associazioni dei gestori degli impianti e le associazioni di consumatori, per stabilire nuove regole finalizzate ad aumentare la concorrenza nel settore e punire le speculazioni». Senza interventi, spiega il comitato, ogni automobilista nel 2012 spenderà 202 euro in più per rifornirsi. Caro prezzi che spaventa anche il settore agricolo, come registra Cia che stima un onere aggiuntivo di 500 milioni per il comparto proprio a causa dei rincari dell'ultimo trimestre.
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Il confronto sul campo
Via Gallarate, periferia nord-ovest di Milano, ieri pomeriggio.
È un'arteria di grande scorrimento e a poche decine di metri di distanza si confrontano ben quattro diversi distributori di carburante. L'ultimo arrivato, nella foto grande in fondo al centro, è OilOne, distributore indipendente con il prezzo più basso della zona: 1,613 euro al litro per la benzina, 1,579 per il gasolio. Arrivando dal centro della città e avvicinandoci al distributore "no-logo" si osserva una progressiva discesa dei prezzi in un raggio di pochi metri. Si parte da Agip, con 1,665 per la benzina. Poco più avanti Esso propone 1,641 e infine Shell, dirimpettaio di OilOne, che scende a 1,624 euro al litro

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