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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2012 alle ore 17:40.

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Tempi rapidi e interventi che possano toccare il maggior numero possibile di settori. Il governo ha ormai le idee chiare sul pacchetto liberalizzazioni che dovrà rappresentare – insieme a infrastrutture, lavoro, semplificazioni, ricerca – l'ossatura del piano crescita. La segnalazione dell'Antitrust avrà l'effetto di accelerare e rafforzare le decisioni dell'esecutivo di fronte alle reazioni delle categorie più colpite.

Il lavoro, comunque, come delineato dalla stessa Antitrust, sarà un work in progress: non tutti gli interventi in cantiere potranno confluire subito nella legge concorrenza (possibile che si ricorra allo strumento del decreto) ma alcuni potrebbero arrivare in un secondo tempo. Del resto alcune delle misure suggerite dall'Antitrust – e condivise dallo stesso governo – hanno un respiro strutturale e richiedono tempi più lunghi e un confronto più ampio.

Appare sicuro che l'esecutivo torni sul tema delle farmacie e dei taxi. Ma in quest'ultimo caso non sembra di facile realizzazione, almeno per ora, l'aumento delle licenze con misure compensative suggerito dal garante per la concorrenza. Quanto meno, bisognerà subito mettere in conto la resistenza dei tassisti. «La categoria è in fermento», dice Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uritaxi, e se l'esecutivo deciderà di proseguire sulla via della liberalizzazione, ci sarà «una reazione fortissima».

Anche i farmacisti restano in allerta: «Sui farmaci di fascia C – commenta Annarosa Racca, presidente di Federfarma – il Parlamento ha già deciso di demandare la questione all'Aifa, che in questi giorni dovrà stilare un elenco dei medicinali che sarà possibile vendere fuori dalle farmacie».

Di certo il governo intende subito intervenire sulla rete carburanti, anche a fronte dei continui aumenti record, sbloccare il dossier dei servizi pubblici locali e dare un segnale sul settore postale. Sui servizi pubblici arriverà a stretto giro l'attuazione delle misure della manovra di ferragosto: gli enti locali potranno dare in esclusiva, in concessione - sempre passando per una gara - soltanto quei servizi per cui non ci siano le condizioni di mercato per una liberalizzazione piena. Inoltre, Comuni e province dovranno motivare, mediante un'analisi di mercato e una delibera-quadro, l'eventuale scelta di riconferma dei monopoli nella fornitura dei servizi.

Nel caso delle poste, a passare subito potrebbero essere un ridimensionamento del servizio universale e la riduzione della durata dell'affidamento del servizio stesso all'ex monopolista (oggi è a 15 anni). Sarà sciolta solo nei prossimi giorni la riserva sulla possibilità di concretizzare lo scorporo societario di BancoPosta da Poste italiane e sugli eventuali tempi di attuazione. Corsia rapida per le misure sui servizi finanziari, in particolare per il divieto per la banca che stipula un mutuo o un finanziamento di vendere contemporaneamente una polizza collegata. Sarà perfezionata la deregulation degli orari dei negozi.

Delicato il capitolo sulle reti. L'Antitrust definisce questioni «impregiudicate» sia lo separazione proprietaria di Snam Rete Gas da Eni sia quella di Rfi dalla holding Fs, due vecchi "pallini", tra l'altro, dell'ex garante Antonio Catricalà, oggi sottosegretario a Palazzo Chigi con ampi poteri sul pacchetto concorrenza. Su entrambi i dossier, tuttavia, sarebbe in atto una riflessione per verificare la fattibilità immediata. Nel caso del gas, l'operazione potrebbe anche concretizzarsi in una fase successiva, propedeutica alla creazione di una società delle reti Snam-Terna (gas-elettricità). Per le ferrovie, c'è da considerare che la nuova Autorità dei trasporti potrebbe comunque risolvere almeno una parte dei problemi storicamente emersi per l'intreccio rete-servizi.

(C.Fo.)

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