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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2012 alle ore 12:38.

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Il turismo da crociera sembra non conoscere la parola crisi. Secondo i dati dell'European Cruise Council, che rappresenta i principali operatori del turismo navale in Europa, i crocieristi nell'ultimo anno sono aumentati da 5 milioni e mezzo a 6 milioni e mezzo e rappresentano il 30% del mercato complessivo mondiale delle crociere. Un incremento cui gli italiani hanno dato il loro contributo salendo dai 799mila del 2009 agli 890mila del 2010, un saldo positivo record se si pensa che solo quattro anni prima erano poco più di mezzo milione.

Italia terza in Europa
Nel Vecchio continente siamo terzi, preceduti solo da inglesi (1 milione e 600mila) e tedeschi (1 milione e 200mila): a trainare il movimento c'è un'offerta sempre più diversificata e la disponibilità di ben 11 porti (Ancona, Bari, Catania, Civitavecchia, Genova, Livorno, Napoli, Messina, Palermo, Savona e Venezia). «Praticamente - spiegano gli esperti - la maggior parte degli italiani sono a non più di un'ora o un'ora e mezza di macchina da una città da dove è possibile imbarcarsi».
II movimento crocieristico made in Italy sconta ancora una certa stagionalità, con partenze concentrate soprattutto tra maggio e metà ottobre, ma in tempi recenti la situazione va migliorando grazie anche all'appeal sempre maggiore esercitato da mete estere, raggiunte via aereo. Tra i punti di imbarco preferiti nel Mediterraneo (che assorbono il 35,8% del totale) Civitavecchia arriva appena dopo Barcellona e Venezia precede Palma di Maiorca, Pireo e Southampton.

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