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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2012 alle ore 07:23.

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ROMA. Se funzionerà sarà la rivoluzione del gas all'interno di un semi-rivoluzione energetica. Eni dovrà separarsi (sembra definitivamente deciso) da Snam Rete Gas e forse dall'intera Snam, in nome di una vera liberalizzazione concorrenziale. In grado, anche per il sempre più egemone metano, di far abbassare i prezzi a livelli 'europei'. E, tanto per garantire subito un anticipo del beneficio, intanto cambieranno i parametri con i quali l'Authority per l'energia ridefinisce ogni tre mesi le tariffe 'di maggior tutela' del gas, quelle riservate a coloro (famiglie, imprese di minori dimensioni) che ancora non hanno deciso di cambiare il vecchio contratto con l'ex monopolista per approdare al mercato libero. Gli adeguamenti trimestrali delle tariffe si sganceranno dai contratti di lungo termine siglati dall'Eni con i grandi fornitori internazionali, per agganciarsi invece, per ora in parte ma poi sempre di più, ai contratti spot, dal prezzo significativamente più favorevole, che si vanno diffondendo in Europa trainati proprio dallo scenario concorrenziale.

Il tutto nel bel mezzo di una raffica di provvedimenti pro-mercato dedicati all'intero panorama dell'energia, che entro sei mesi dovranno avere i loro decreti attuativi. Ecco anche la riattivazione delle estrazioni di petrolio e gas dal suolo e dal mare d'Italia, propiziate da una norma che garantisce una parte dei vantaggi economici direttamente alle popolazioni che ospitano gli impianti. Ecco la velocizzazione della riforma del mercato elettrico, con la conferma che si ripenserà l'intero sistema degli incentivi per le rinnovabili.

I paladini delle liberalizzazioni possono intanto brindare alla rivoluzione del gas, che conferma in buona sostanza le indicazioni di qualche quotato esperto appena illustrate dal nostro giornale (si veda Il Sole 24 Ore di ieri): Snam Rete Gas indipendente, e dunque libera da ogni obiezione antitrust, non solo potrà garantire servizi pienamente 'neutrali' a tutti gli operatori, ma sarà libera di rafforzarsi in Europa acquisendo o riacquisendo strutture fisiche di trasporto e stoccaggio, e di stringere nuove alleanze con altri giocatori.

Il via ufficale con una dichiarazione da Londra del premier Mario Monti: ora il decreto «comprende la separazione di Snam rete Gas dall'Eni». Separazione proprietaria e non semplice separazione gestionale a cui si era appena provveduto, chiarisce poi l'ultimo testo del decreto sulle liberalizzazioni. Che spiega come «la separazione proprietaria della gestione di una infrastruttura dai soggetti verticalmente integrati che possono utilizzarla a fini di mercato è il metodo ottimale per attuare un effettivo mercato concorrenziale del gas naturale tramite la garanzia di uno sviluppo ottimizzato della rete e di un suo accesso in condizioni non discriminatorie da parte degli operatori. Tale soluzione è già stata positivamente sperimentata in Italia con l'analoga operazione Terna-Enel per il settore elettrico».

La relazione sottolinea anche che «la separazione proprietaria presenta vantaggi di tipo industriale: Snam Rete Gas potrebbe partecipare alla acquisizione di quote di gestori di rete gas europei (se fosse stata già attivata avrebbe potuto acquisire le quote Eni nelle società Transitgas in Svizzera, acquisita dalla belga Fluxys e Tag in Austria, acquisite dalla nostra Cdp), e inoltre gestire in modo coordinato con altri gestori di rete le capacità di transito transeuropee sulle rotte di approvvigionamento verso l'Italia, contribuendo attivamente a realizzare il progetto di un hub italiano per la connessione delle risorse di gas naturale del nord Africa e dell'area del Caspio, attraverso i progetti già promossi dall'Italia con accordi governativi, con il mercato italiano ed europeo, con vantaggi in termini di sicurezza degli approvvigionamenti e, nel medio termine, di prezzi competitivi di fornitura». Chiaro. Limpido. E (forse) definitivo.

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